Napoli, 21 set. (askanews) – “Il governo italiano ha lanciato a febbraio scorso la sua strategia nazionale di collaborazione con il Continente africano, denominata Piano Mattei, in nome di un manager pubblico che fece del dialogo con i popoli africani la stella polare dell’attività internazionale della società che dirigeva. Questa strategia mira a costruire nuove forme di cooperazione basate sulle esigenze effettive delle nazioni africane e ispirate al rispetto delle loro sensibilità e dei loro interessi, distanziandosi dall’approccio predatorio che ha caratterizzato l’epoca della colonizzazione e quello paternalistico che spesso abbiamo visto negli ultimi sessant’anni”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, aprendo al terza giornata del G7 Cultura in corso a Palazzo Reale a Napoli.
“La cultura – ha aggiunto – è uno dei settori di intervento del Piano italiano, perché crediamo che l’Africa abbia risorse culturali straordinarie e vogliamo collaborare con i governi africani perché siano preservate, valorizzate, sviluppate, celebrate. La Tunisia e l’Eritrea, per esempio, hanno siti archeologici di valore straordinario che possono rappresentare per quei Paesi quello che Pompei è diventato per l’Italia. La Nigeria è una grande potenza culturale mondiale e lo sviluppo delle sue industrie culturali e creative è una chiave preziosa per la crescita, la creazione di impresa, l’occupazione, in particolare per i giovani. E questo è valido per tutto il Continente. Credo che l’Italia e gli altri Stati e le Organizzazioni presenti a questo tavolo possono dare un grande contributo all’Africa nell’opera di valorizzazione del suo patrimonio culturale come volano di sviluppo sostenibile”.
“Noi lo stiamo facendo con diversi progetti in vari Stati africani – ha detto ancora Giuli – che apprezzano le nostre competenze tecniche in campo culturale e la nostra esperienza nel restauro, nella ricerca archeologica, nella formazione degli operatori della cultura, nella tutela del patrimonio dalle catastrofi naturali e dagli effetti dei cambiamenti climatici, nella lotta al traffico illecito dei beni culturali. Sulla base dei risultati della “Conferenza UNESCO di Napoli sul patrimonio culturale nel XXI secolo”, l’Italia, che ha il maggior numero di siti culturali riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio Mondiale dell’Umanità, è inoltre pronta a offrire le sue competenze ai ministeri della Cultura africani per incrementare la presenza di loro siti ed elementi nelle liste del patrimonio materiale e immateriale dell’UNESCO. So che l’Unione Europea e gli altri partner G7 hanno una sensibilità e un’attenzione simile alla nostra su questo tema. E sappiamo anche dell’impegno per l’Africa degli altri Stati rappresentati oggi al tavolo, Brasile, India e Grecia”.