Napoli, 21 set. (askanews) – Una dichiarazione finale costruita intorno a quattro aspetti fondamentali. A conclusione della riunione Ministeriale del G7 Cultura a Napoli è stato diffuso il documento intitolato: “La cultura, bene comune dell’umanità, responsabilità comune”. I quattro aspetti sui quali la dichiarazione si è concentrata sono: tutela e promozione delle identità culturali; cultura e creatività nell’era dell’intelligenza artificiale; lotta globale al traffico illecito di beni culturali; rafforzamento della resilienza del patrimonio culturale di fronte ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali.
A proposito della tutela e promozione, si legge: “Ci impegneremo a proteggere e promuovere la pluralità delle identità culturali e delle espressioni culturali, delle tradizioni e delle lingue delle nostre nazioni, persone e comunità, comprese le popolazioni indigene. Queste incarnano lo spirito delle nostre società e custodiscono conoscenza, storia, arte, scienza e filosofia che contribuiscono al progresso umano. Confermiamo la necessità di difendere la pluralità delle espressioni culturali contro ogni minaccia volta a cancellare, distorcere o emarginare il suo valore nella società contemporanea. Adotteremo un approccio inclusivo alla protezione e alla promozione delle espressioni culturali e garantiremo che le diverse voci delle nostre comunità e dei nostri popoli, in particolare quelli emarginati, siano coinvolti nei processi di decisione sulle politiche. Ci impegniamo a garantire l’accesso universale alla cultura e alle attività culturali, con particolare attenzione ai giovani. Intendiamo preservare e rigenerare i nostri paesaggi e l’ambiente costruito in secoli di storia come bene comune, coinvolgendo le persone e le comunità, a beneficio delle generazioni future”.
I ministri del G7 condannano “fermamente” la distruzione e l’appropriazione indebita del patrimonio culturale in situazioni di conflitti e crisi. E nello stesso modo netto condannano “l’aggressione su vasta scala della Russia contro l’Ucraina e la diffusa distruzione di siti storici e istituzioni culturali, come musei, teatri, biblioteche, archivi, chiese e luoghi di culto, che minacciano l’identità culturale ucraina. Siamo uniti nel difendere e promuovere la resilienza e la rigenerazione della cultura e del patrimonio culturale ucraino, materiale e immateriale”.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, i ministri del G7 si impegnano a perseguire “in campo culturale una trasformazione digitale inclusiva, incentrata sull’uomo, che sostenga la crescita economica e lo sviluppo sostenibile, massimizzi i benefici e gestisca i rischi, in linea con i nostri valori democratici condivisi e il rispetto dei diritti umani. Chiediamo che si tenga conto degli aspetti culturali nella discussione sul governo dell’intelligenza artificiale e nelle relative iniziative, affrontando la pluralità culturale e garantendo che i diritti dei professionisti culturali e creativi siano effettivamente tutelati. Riconoscendo il potenziale di trasformazione dell’intelligenza artificiale per i settori e le industrie culturali e creative e per l’economia creativa, stiamo cogliendo le opportunità che l’intelligenza artificiale offre per la creatività e l’espressione artistica e per salvaguardare il patrimonio culturale, anche dai traffici illeciti, garantendo nel contempo la sostenibilità della creatività umana e dell’ecosistema culturale. Useremo il potenziale dell’intelligenza artificiale per migliorare l’accesso e la partecipazione alla cultura, rafforzando la reperibilità, la disponibilità e l’accessibilità di diversi contenuti culturali online, compresi film, opere audiovisive e musica, per garantire che l’ampia gamma di espressioni e lingue culturali, soprattutto dei gruppi sottorappresentati, siano resi accessibili al pubblico globale”.
Presenti nella dichiarazione anche l’impegno sulle “implicazioni etiche, legali, economiche e sociali dell’intelligenza artificiale generativa e degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale per le industrie e i settori culturali e creativi”.
Sul tema del traffico illegale di beni culturali, la dichiarazione del G7 intende rafforzare la “cooperazione e il nostro coordinamento transnazionale per migliorare l’attuale sistema di prevenzione e individuazione dei crimini legati al traffico illecito di beni culturali e combattere meglio i reati legati al patrimonio culturale, in stretta collaborazione con le pertinenti organizzazioni, agenzie e organismi internazionali”. “Intendiamo sostenere congiuntamente il rafforzamento delle capacità e la formazione, in collaborazione con organizzazioni internazionali, professionisti della cultura e del patrimonio, forze dell’ordine e autorità doganali e giudiziarie nella prevenzione e nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali – si legge ancora – con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo, compresi Paesi africani. Incoraggeremo lo sviluppo di un protocollo di formazione per le forze dell’ordine e gli organi giudiziari di tutto il mondo, volto a ottimizzare gli approcci per combattere il traffico illecito di beni culturali, basandosi su precedenti iniziative sviluppate da OSCE e UNESCO e dalle forze di Polizia nazionali specializzate”.
Sul cambiamento climatico, che mette a rischio anche la tutela dei beni culturali, i ministri del G7 scrivono: “Intendiamo promuovere strategie e azioni di mitigazione e adattamento e migliorare la resilienza del patrimonio culturale ai cambiamenti climatici, rispettandone i valori culturali e sociali, e promuovere soluzioni climatiche basate sulla cultura, integrando la sostenibilità ecologica come preoccupazione intersettoriale e garantendo che le questioni culturali siano riconosciute nelle politiche e nelle pratiche di gestione del rischio di catastrofi e di cambiamento climatico. Ci impegniamo a favorire la transizione ecologica dei settori culturali e creativi, delle industrie e delle istituzioni culturali, fornendo una guida strategica e incoraggiando lo sviluppo di strumenti, modelli e pratiche che aumentino la loro capacità di affrontare le questioni ambientali così come la loro capacità di aumentare la consapevolezza, sensibilizzare e promuovere azioni concrete e cambiamenti comportamentali, contribuendo all’azione per il clima. Incoraggeremo il coinvolgimento delle comunità e delle popolazioni indigene nello sviluppo di soluzioni basate sulla cultura che si basino sulle conoscenze tradizionali e locali per migliorare la resilienza climatica dei paesaggi e del patrimonio culturale materiale e immateriale. Intendiamo promuovere e sostenere la ricerca, anche attraverso alleanze e partenariati di ricerca, per fornire soluzioni basate sull’evidenza per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici per i settori culturali e creativi, compreso il patrimonio culturale, sia materiale che immateriale. Cercheremo di promuovere la formazione e lo sviluppo di capacità per sostenere lo sviluppo di piani di preparazione e risposta alle catastrofi, ricordando l’importanza di documentare il patrimonio prima che sia perduto”.
“Convinti dell’importanza della cultura come motore di trasformazione e fattore abilitante per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite – conclude la dichiarazione – chiediamo il pieno riconoscimento e l’integrazione della cultura e dell’economia creativa nei processi e politiche di sviluppo e promuoveremo l’inclusione della cultura come obiettivo autonomo nelle future discussioni su come avanzare nello sviluppo sostenibile dopo il 2030”.