Milano, 20 set. (askanews) – “La situazione del settore automotive in Europa diventa sempre più critica, nel nostro Paese è concreto il rischio cessazione: in assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere complessivamente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale”. Inizia così il documento del coordinamento automotive Fiom-Cgil, approvato lo scorso 14 settembre per denunciare le criticità del settore e diffuso in vista dell’incontro a Roma martedì prossimo con tutte le sigle sindacali per annunciare iniziative di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera automotive.
“L’automotive necessita di interventi sia in termini di scelte strategiche in ambito di Ue, di politiche industriali del Governo e di impegni all’interno di un piano industriale da parte dell’unico costruttore presente in Italia, quale Stellantis, e di corresponsabilità delle aziende dell’automotive”, si legge nel documento.
Per la Fiom è necessario un piano per Stellantis e favorire l’ingresso di produttori di auto mass market.
“Per la strategicità del settore e la trasversalità ai ministeri competenti la Fiom ritiene non più procrastinabile l’assunzione da parte della Presidente del Consiglio del dossier auto. Un confronto che in tempi rapidi, anche alla luce dei tavoli presso il Mimit, coinvolga direttamente l’Ad di Stellantis, le organizzazioni sindacali per delineare il futuro dell’automotive nel nostro paese”.
La Fiom è impegnata a costruire una rete globale per il lavoro e la dignità dei lavoratori nel settore e si impegna a sostenere le tante lotte in corso negli Usa con la Uaw, in Europa.
Per tutte queste ragioni il coordinamento nazionale Automotive della Fiom-Cgil ha dato mandato alla segretaria nazionale della Fiom-Cgil di ricercare le condizioni sindacali nazionali, europee e internazionali “per aprire nuova fase che dovrà partire dal coinvolgimento diretto dei lavoratori in tutti gli stabilimenti verso una mobilitazione fatta di assemblee, manifestazioni e scioperi nazionali, europei ed internazionali: è ora di unire le lotte, di unire i lavoratori, perché le fabbriche e il lavoro sono nostri”.