Roma, 19 set. (askanews) – I fenomeni alluvionali non sono piu’ ‘eccezionali’, vanno gestiti mettendo in atto un Piano strutturale a salvaguardia del territorio che sia di ampio respiro, capace di fronteggiare in tempi rapidi situazioni disastrose per la collettività e le imprese, grazie a procedure snelle, velocità nella raccolta dei dati e nella compilazione delle perizie, con l’obiettivo di ottenere subito le risorse necessarie alla messa in sicurezza delle zone edificate e dei bacini idrografici e al rilancio delle attività produttive. A dirlo è Confagricoltura, sottolineando come sia urgente un serio studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d’acqua naturali e artificiali. Il settore primario è quello più coinvolto e danneggiato e bisogna superare i veti ambientali: ci sono opere ferme da anni.
L’organizzazione agricola esorta i Consorzi di bonifica a svolgere il proprio ruolo fondamentale nel presidio idrogeologico in collina e montagna, invitandoli a investire le risorse del PNRR per ottimizzare il sistema idrico.
Sono pochi gli interventi effettuati sui movimenti franosi generati lo scorso anno dalle esondazioni e dall’eccesso di piogge, spiega Confagricoltura in una nota. Ora le frane si sono riattivate, e altre se ne sono aggiunte, peggiorando il quadro complessivo del dissesto.
Intanto i tecnici di Confagricoltura seguono costantemente il monitoraggio degli areali critici attraverso una capillare ricognizione dei danni subiti dalle aziende agricole. Il comparto è stato gravemente colpito: vigneti e frutteti sommersi, con alberi carichi di frutti ancora da raccogliere (uva, pere, mele, kiwi), oltre alle orticole in campo, in particolare le varietà tardive del pomodoro da industria e le barbabietole da zucchero.
La Confederazione ricorda che l’Emilia-Romagna è la seconda regione produttrice di ortofrutta in Italia con 180.000 ettari coltivati e rappresenta, in termini di volume, il 15% della produzione nazionale. La regione figura al terzo posto a livello nazionale per produzione di uva (7,97 milioni di quintali di uva) e al secondo se si parla di uva per vini da tavola. Produce 1,8 milioni di tonnellate di pomodoro da conserva sui 5,5 milioni totali nel Paese e dal bacino bieticolo emiliano arriva oggi la maggior parte dello zucchero made in Italy.