Milano, 18 set. (askanews) – “Oltre a perfezionare la gestione delle uve in vigna con un uso sapiente della pergola, dobbiamo approfittare di questo momento di riflessione per investire sulla nostra capacità di intercettare il mercato giovanile e cercare di mantenere il valore acquisito sul mercato dall’Amarone, che rimane sempre il nostro core business. Per facilitare la scelta sugli scaffali dei consumatori in cerca di un vino di consumo quotidiano daremo più spazio al Valpolicella Classico”. Ad annunciarlo è il presidente della Cantina Valpolicella Negrar, Giampaolo Brunelli, spiegando che la storica cooperativa veronese intendere valorizzare ancor più la produzione di quello “che oggi è tornato ad essere il vino più moderno della Denominazione”.
In un momento in cui il mercato chiede vini più snelli, freschi, a gradazione contenuta e dalle acidità più sostenute, il Valpolicella Classico “risponde perfettamente al desiderio dei giovani consumatori”. La Cantina Valpolicella Negrar mira quindi a ritrovare un equilibrio di produzione fra Valpolicella, Ripasso e Amarone in modo da acquisire maggior competitività sui mercati.
La Cantina cooperativa annovera oltre 800 ettari di vigneti nella Valpolicella Classica, e circa 250 soci viticoltori impegnati da pochi giorni nella raccolta delle uve per l’Amarone. La vendemmia è come sempre un momento di riflessione sull’annata: “Oggi in vigna non c’è più spazio per l’improvvisazione, pena risultati qualitativi mediocri se non addirittura negativi” afferma Daniele Accordini, Dg e capo enologo di Cantina, sottolineando che “il cambiamento climatico in atto porta con sé problematiche colturali da affrontare con professionalità ed efficacia, e che impongono ancor più al viticoltore una profonda conoscenza del proprio vigneto, in modo da gestirlo al meglio e di prevenire le difficoltà che possono sorgere in campo nel corso delle fasi fenologiche della vite. Per cui quest’anno, come nel 2023 – rimarca – sarà una buona vendemmia per chi ha operato da professionista, sia in collina che in pianura”.
“Come ogni viticoltore sa, la pioggia può essere santa o matrigna: se a giugno potevamo dirci preoccupati per la quantità di acqua piovana caduta in tarda primavera che aveva favorito le malattie fungine, il rush finale ci sta dando soddisfazioni” prosegue Accordini, spiegando che “le piogge abbondanti dell’ultima settimana sono state una manna ristoratrice per i vigneti in stress idrico da luglio e ha permesso alle uve collinari di maturare alla perfezione”. “Ma chi ha praticato in vigna durante l’anno una gestione meno attenta dovrà fare una selezione certosina delle uve per l’Amarone” avverte, precisando che “il peso medio dei grappoli è piuttosto basso, le gradazioni sono alte come negli ultimi anni caldi, ma il fresco notturno di questi giorni aumenta l’escursione termica giorno-notte per cui le componenti aromatiche e il colore ne trarranno vantaggio. Non ci saranno quindi esuberi di produzione, a tutto vantaggio della qualità”.