Bruxelles, 18 set. (askanews) – “Il Parlamento Europeo ha il dovere di alzare la voce contro un governo, quello venezuelano, che ha cancellato ogni traccia di democrazia, violato i diritti civili e lasciato un’intera popolazione a soffrire fame, miseria e disperazione. Il Venezuela, un tempo una delle nazioni più prospere dell’America Latina, è stato devastato da anni di dittatura e repressione sotto il regime comunista di Maduro e le elezioni truccate che continuano a verificarsi rappresentano solo l’ennesimo capitolo di una lunga serie di frodi”. Lo ha detto l’europarlamentare Susanna Ceccardi (Lega) intervenendo in aula durante il dibattito ‘sulla situazione in Venezuela’ nel corso della sessione plenaria a Strasburgo.
“Migliaia di oppositori politici – ha aggiunto – sono stati perseguitati, imprigionati o costretti all’esilio. La libertà di stampa è stata messa a tacere, i manifestanti pacifici sono stati repressi con violenza brutale e il Paese è precipitato in condizioni economiche e sociali inaccettabili. Non possiamo permetterci di restare indifferenti di fronte a queste ingiustizie. Abbiamo un dovere morale nei confronti del popolo venezuelano: sostenerlo nella sua lotta per la libertà. L’Europa riconosca Edmundo Gonzalez come legittimo presidente eletto e chieda con forza che Maduro risponda dei suoi crimini di fronte alla giustizia internazionale. Maduro non ha soltanto devastato la vita dei suoi cittadini, il suo regime rappresenta una minaccia per la stabilità dell’intera regione. Il suo controllo autoritario sulle istituzioni, l’uso della forza militare contro il proprio popolo e i legami con organizzazioni criminali e regimi corrotti non possono e non devono essere più tollerati. Eppure in Occidente la sinistra tace o minimizza quello che sta accadendo in Venezuela. L’Europa ora deve agire: emettere sanzioni mirate contro il regime di Maduro e offrire un sostegno concreto alle forze democratiche in Venezuela. Dobbiamo inviare un messaggio forte e chiaro: l’Europa non resterà in silenzio di fronte alla tirannia”.