Roma, 18 set. (askanews) – Produzione in aumento del 7,1%, cresce il mercato Usa (+25%), quello italiano vola al 40%. Sono i dati della campagna di produzione 2023-2024 del Pecorino Romano DOP, durante la quale sono stati raccolti 297 milioni di litri di latte ovino, in incremento rispetto all’anno precedente dell’11,56%. Di questi, 229 milioni di litri (il 77%) sono stati trasformati in Pecorino Romano DOP, per una quantità pari a 392mila quintali: un dato in crescita del 7,1% rispetto all’anno precedente, per un valore sul mercato di oltre 600 milioni di euro.
“Nonostante l’aumento di produzione, il Pecorino Romano verrà assorbito senza problemi dal mercato, grazie anche a un aumento di richiesta da parte degli Stati Uniti, dove ci sono ancora spazi importanti di crescita – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Gianni Maoddie – dove la domanda è cambiata rispetto al passato, in quanto la destinazione finale non è più solo quella industriale ma anche il retail: oggi non esiste catena di distribuzione che non proponga il Pecorino Romano e questo è un aspetto molto positivo, perché significa che il prodotto è riconosciuto e richiesto dal consumatore, che cerca la DOP e non si accontenta di alternative”.
Cresce anche il mercato nazionale, dove il Pecorino Romano viene distribuito per una quantità pari al 40% della produzione. E se il mercato nazionale assorbe il 40% del prodotto, in quello americano ne viene distribuito il 35%, in Europa il 16% e nel resto del mondo il 9%. Negli Stati Uniti da gennaio a luglio 2024 c’è stato un aumento di vendite del 25,6%, per una quantità totale di quasi ottantamila quintali (63mila nella campagna precedente), dunque con un incremento di circa 17mila quintali.
“Questo risultato è dovuto alla stabilizzazione dei prezzi che si sono avuti durante questa campagna e da una maggiore disponibilità di prodotto – analizza Maoddi – Dopo i picchi registrati lo scorso anno fino a 14-15 euro al chilo, il prezzo di mercato si è attestato intorno ai 12,5 euro: cosa che ha favorito un aumento della domanda”.
“Nei primi sei mesi del 2024 infatti, nonostante il prezzo più basso, il valore totale di cui ha goduto la filiera è stato maggiore rispetto alla campagna precedente, perché si è venduto di più”, spiega ancora il presidente del Consorzio.