Roma, 18 set. (askanews) – “Si discute di tutto”: questo l’input che il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha dato all’intera organizzazione alla parte del “processo costituente”. E le risultanze della prima fase di scrematura delle circa 22mila proposte politiche e organizzative caricate sul sito del M5S confermano la linea che l’ex premier ha ribadito più volte, replicando anche in modo molto secco alle richieste del fondatore e garante Beppe Grillo di delimitare l’ambito dell discussione escludendo nome, simbolo e limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni.
Gli iscritti e i non iscritti che si sono aggregati alla carovana che dovrebbe concludersi con una assemblea costituente nazionale sono infatti chiamati a votare per scegliere 12 su 20 testi tematici che sono ii frutto della sintesi delle questioni principali e delle assonanze riscontrate in quelle 22mila proposte: e fra questi 20 temi ci sono anche quelli che secondo Grillo non possono essere messi in questione: nome, simbolo, mandati elettivi, e anche ruoli e competenze del presidente e del garante.
Il capitolo dedicato alla “Revisione della Carta dei principi e dei valori” spiega che “lo Stato sociale, la solidarietà in tutte le sue declinazioni politiche, sociali ed economiche, la centralità delle persone, la difesa della Costituzione italiana e delle libertà che in essa vivono, un benessere equo e sostenibile per tutti, devono essere i principi guida del Movimento, da far valere anche per eventuali alleanze”.
Cruciale il quesito numero 18 sottoposto al voto: “Revisione dello Statuto per discutere dei ruoli del Presidente e del Garante, il nome e il simbolo del Movimento e la riorganizzazione dei Gruppi territoriali”. “Risulta prioritario – si legge – verificare se la struttura di governo del Movimento sia ancora attuale o se vadano modificati alcuni ruoli e funzioni, in particolare quelli del Presidente e del Garante dei valori, i loro rispettivi ambiti di intervento e la durata del loro mandato. Assieme a questo è necessario aprire una riflessione sul cambio di simbolo e di denominazione del Movimento, sulla definizione delle responsabilità dei Coordinatori regionali e provinciali, sulla possibile reintroduzione dei Gruppi di lavoro e sul funzionamento dei Gruppi territoriali, che sono da considerare elemento chiave per la crescita del Movimento”. Tra le indicazioni che, se passeranno fra le 12 più votate, verranno sottoposte alla seconda fase del “confronto deliberativo” (con 300 iscritti sorteggiati appositamente) c’è – innovazione davvero significativa per chi ha memoria dell’atteggiamento dei primi 5 stelle sui temi dell’informazione – l’ipotesi da valutare della “creazione di un organo di informazione del Movimento”. Più in linea con le modalità del M5S delle origini la richiesta di “una maggiore digitalizzazione del Movimento, come ad esempio un documento digitale che dimostri l’avvenuta iscrizione al partito, la creazione di piattaforme digitali innovative, forum digitali di discussione, etc”.
Al punto 19 gli iscritti potrenno scegliere di privilegiare la “Revisione del Codice etico per candidature e alleanze”. Si tratta, si legge, di “aspetti, tra loro collegati, di particolare importanza nel dibattito sul futuro del Movimento. Il primo è relativo al limite dei due mandati, per il quale va discusso se mantenerlo, prevederne dei casi di deroga o allungarlo. Il secondo aspetto è relativo alle qualità etico-morali dei candidati, che potrebbero essere rafforzate nel Codice sui fronti dell’integrità, dell’onestà, della trasparenza, e del legame col territorio. Il terzo aspetto è relativo al territorio di appartenenza e provenienza dei candidati e alla effettiva partecipazione alla vita del Movimento locale. Il quarto aspetto è relativo al posizionamento nell’arco parlamentare. Il dibattito vede posizioni variabili tra una posizione di autonomia e indipendenza, capace di affrontare tematiche sfidanti per la società tralasciate dalle altre forze politiche, fino ad una propensione alle alleanze con altri partiti. In quest’ultimo caso ci si deve chiedere se servano candidati con maggiore esperienza politica per assumere ruoli di vertice, oppure se sia piuttosto una questione di compromessi che comunque rischierebbero di snaturare il Movimento”.