Roma, 17 set. (askanews) –
(di Cristina Giuliano)
Sulla necessità di un cambio di passo per l’industria della Difesa di fronte alle nuove sfide generate da una situazione internazionale sempre più instabile, c’è accordo. Non soltanto tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il suo omologo – incontrato oggi a Roma – Sébastien Lecornu, ma anche da parte dell’industria stessa. È quanto emerso dalla seconda edizione della conferenza sulla difesa aerea e missilistica europea, alla quale hanno partecipato i due ministri. “Abbiamo iniziato questo percorso tra Italia e Francia un paio di anni fa e stiamo iniziando a percorrerlo cercando di velocizzarlo sempre più”, ha detto Crosetto.
Crosetto ha parlato in maniera franca e aperta. “Ho bisogno di una produzione (di difesa) che abbia come priorità l’Europa” perché “noi dobbiamo prevedere lo scenario peggiore”, ha detto. È l’attualità a imporcelo. “Quante nazioni europee sarebbero riuscite a rispondere e ad annullare l’attacco che ha subito Israele? E’ un tema che dobbiamo porci tutti giorni, anche se non è un tema da opinione pubblica e da giornali”, ha detto il ministro.
La discussione odierna “è un inizio ma siamo già in ritardo. Siamo lenti. E non è un’accusa alle aziende, è una constatazione. Viviamo in un mondo che si è costruito con processi democratici, siamo meno pragmatici, perché non c’è uno solo che decide”, ha detto Crosetto. Mentre “la Russia collabora più facilmente con l’Iran, con la Cina e la Corea del Nord più facilmente di come noi collaboriamo tra Paesi democratici”.
L’idea è una “industria della difesa come base della garanzia” per il domani e “un piede della Nato in Europa, che deve essere autonomo”, nel caso in cui gli alleati non potranno aiutarci “perché su quelle gambe cammina il nostro futuro”.
Circa la cooperazione il ministro ha detto che quello della difesa è uno dei settori dove la cooperazione è più facile visto che già c’è una azienda in comune che è MBDA.
“Dobbiamo ancora realizzare capacità di comando e controllo altamente integrate con caratteristiche multidominio e comunicazioni più rapide e sicure per garantire l’interoperabilità”. A prendere la parola tra i numerosi speaker della conferenza anche Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo. Secondo Mariani – che ha portato MBDA come esempio a livello europeo nell’industria della difesa – serve un cambio di atteggiamento da parte dell’intero comparto, non chiedersi cosa il governo può fare per il business ma cosa invece può fare l’industria, oltre alla coscienza che bisogna prendersi più rischi e contemporaneamente porsi la questione dell’accettazione del pubblico: “non tutti al di fuori di qui” – ha detto Mariani – hanno la stessa “percezione” dell’industria della difesa.
Intervenendo alla Conferenza odierna Lecornu, ministro francese delle Forze armate, ha fatto notare che “il sistema SAMP/T fa meglio del Patriot americano”. Secondo Lecornu, serve una combinazione di sistemi difensivi e offensivi, per una eventuale “gestione dell’escalation di fronte all’avversario che fa un impiego ‘disinibito'” delle sue risorse. “Disinibito” è la stessa parola che aveva utilizzato in riferimento al comportamento di Mosca il presidente francese Emmanuel Macron quando ha invitato gli europei a costruire una “iniziativa europea di difesa” durante il suo ben noto discorso alla Sorbona, ad aprile, aprendo le porte a un sistema di difesa antimissile.
Macron allora aveva fatto un passo verso la Germania, aprendo la porta ad uno scudo antimissile europeo, mentre Berlino ha acquistato a settembre 2023 il sistema di difesa antimissile israelo-americano Arrow-3. Ma Macron vuole una “Europa potente” che “imponga il suo rispetto” e “garantisca la sua sicurezza”, e sappia riconquistare “la sua autonomia strategica”. Un futuro insomma tutto da costruire.