Milano, 16 set. (askanews) – Fondazione Furla e GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano presentano fino all’8 dicembre 2024 Kelly Akashi. Converging Figures: prima mostra personale dedicata all’artista da un’istituzione italiana. Come per le precedenti edizioni di Furla Series, il progetto presenta produzioni pensate appositamente per dialogare con gli spazi e la collezione del museo.
La direttrice della Fondazione Furla e curatrice della mostra Bruna Roccasalva spiega ad Askanews: “La mostra personale dedicata a Kelly Akashi Converging Figures è la sesta edizione di Furla Series, un programma che Fondazione Furla porta avanti dal 2017” e la presidente della Fondazione Giovanna Furlanetto aggiunge: “Furla Series è un progetto speciale, sono tutte artiste donne, perché lo sguardo nel mondo dell’arte per troppi secoli non ha dedicato alle donne lo spazio che meritano, perché la sensibilità femminile per interpretare certe cose è unica”.
La curatrice prosegue: “Kelly Akashi è un’artista americana nata e cresciuta a Los Angeles da una famiglia di origine giapponese la cui ricerca orbita intorno ai temi del tempo, della memoria e della tradizione, ma che si evolve costantemente in termini di materiali e tecniche utilizzate; materiali tutti molto diversi, ma che rispondono tutti alla stessa esigenza: esplorare il tempo e la nostra capacità di controllarlo. Tutte le opere in mostra nascono in risposta al contesto che le ospita”. L’artista plasma materiali come cera, bronzo e vetro, creando forme che riproducono elementi naturali come piante, fiori, conchiglie o parti del suo corpo, registrandone i cambiamenti fisiologici e dunque il passare del tempo. “Il risultato è eccezionale perché l’artista è riuscita a fondere la sua arte con le opere che sono esposte, prendendone spunto e interpretandole con la delicatezza del suo sguardo e dei suoi manufatti” commenta con soddisfazione Giovanna Furlanetto.
Bruna Roccasalva spiega: “Il tema della mostra è la riflessione e sono molteplici meccanismi attivati dall’artista per riflettere il contesto in cui si trova, con opere che fisicamente riflettono lo spazio grazie a delle tecniche speciali che hanno reso specchianti materiali di cui sono fatte e altre che riprendono dettagli particolari sia di dipinti e sculture in collezione sia di elementi ornamentali dell’architettura”.
Merletto Ritratto (Lace Portrait) (2024) e La lettrice (The Reader) (2024), due sculture in vetro soffiato e bronzo installate sui camini delle sale adiacenti la Sala da Ballo, innescano un duplice meccanismo di riflessione nei confronti delle opere in collezione. Non solo la loro superficie specchiante riflette letteralmente tutto cio che le circonda, ma le sculture in se diventano specchio delle opere storiche perche ne riproducono dei dettagli.
A chiudere la mostra e Mirror Complex (Villa Reale) (2024) una scultura in cui l’oggetto-specchio diventa protagonista assoluto, come conclude la curatrice: “Questa è la sala del Parnaso ed è la sala in cui si conclude il percorso espositivo e al centro di questa stanza questa scultura mette insieme diverse declinazioni dell’oggetto specchio. Si tratta di un cabinet in legno di ciliegio le cui decorazioni riprendono i motivi geometrici che decorano il pavimento di questa stanza. All’interno di questo cabinet sono incastrate diverse forme, tra queste in particolare ci sono delle fotografie, che l’artista ha scattato all’interno di Villa Reale e che sono state rese specchianti attraverso un particolare processo di stampa. Sia la fotografia che lo specchio hanno in qualche modo a che fare con lo sdoppiamento che nel caso della fotografia è fissa, nel caso dello specchio cambia continuamente. Far coincidere quindi all’interno dello stesso oggetto l’una e l’altra cosa vuol dire in qualche modo enfatizzare questo intrecciarsi continuo tra la dimensione reale e la dimensione virtuale”.