Praga, 16 set. (askanews) – Non le decisioni prese a Washington a luglio dalla Nato a supporto dell’Ucraina, ma le azioni della Russia dal 2014 hanno mutato il rapporto tra Mosca e l’Alleanza.
“Le relazioni tra la Nato e la Russia non sono cambiate negli ultimi mesi, ma sono cambiate nel 2014 quando la Russia ha annesso la Crimea”, ha detto.
Così rispondendo a una domanda di askanews il presidente del Comitato militare della Nato, ammiraglio Rob Bauer, da Praga dove si è tenuta la riunione sul campo del Comitato.
La domanda era relativa a un cambio di dialettica tra l’Alleanza e Mosca negli ultimi mesi e se questo rispecchi un peggioramento nelle relazioni. Bauer ha chiarito che quanto deciso dal summit di Washington forse qualcuno potrebbe dire che non aiuta la relazione con la Russia, “ma non cambia la relazione in sé”, e la Nato sta facendo ciò che è possibile e consentito dal diritto internazionale.
A Praga – dove involontariamente le “circostanze tempestose” per “la sicurezza globale” sono state ben rappresentate da condizioni meteo avverse che interessano l’Europa centro-orientale – a fare gli onori di casa c’era l’attuale presidente ceco Petr Pavel, con alle spalle una lunga carriera militare che lo vide a sua volta presiedere il Comitato Militare Nato dal 2015 al 2018, primo presidente dell’organizzazione proveniente da un Paese ex Patto di Varsavia.
La Repubblica ceca ha ricordato, durante i lavori del Comitato ciò che l’intelligence ceca collegò ad agenti militari russi: la massiccia esplosione di un deposito di munizioni avvenuta il 20 ottobre 2014 (pochi mesi dopo l’annessione della Crimea). “Ricordiamo molto bene quando i suoi agenti uccisero due cittadini cechi in un deposito di munizioni nel 2014” ha detto il capo di stato maggiore dell’Esercito ceco, Karel Rehka. E secondo lui la Russia sta ora aumentando l’uso di tattiche ibride, attacchi informatici e campagne di disinformazione.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio di Alessandro Violante
Immagini Nato, askan