Roma, 14 set. (askanews) – “Il fascismo, con il regime della Repubblica Sociale Italiana, era complice della ferocia nazista”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ad Ampezzo per la commemorazione degli 80 anni della Repubblica autonoma nella Zona Libera della Carnia, per iniziativa dei partigiani.
“La battaglia della Resistenza era una battaglia per l’indipendenza, oltre che per la libertà” ha sottolineato Mattarella, ricordando: “Da Montefiorino all’Ossola, dall’Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l’esempio di genti che non si contentavano di attendere l’arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava né città né territori, mettendo a nudo quello che era: truppa di occupazione”, ha ricordato il capo dello Stato.
“La Resistenza non era immobilismo – ha aggiunto Mattarella – Fu una sfida dura e i caduti di questa terra, onorata dalla Repubblica con la Medaglia d’argento al Valor Militare, ne sono il prezzo”. Mattarella ha ricordato che “nella opinione pubblica dopo l’8 settembre 1943, era presente anche ‘l’attendismo’, la convinzione che fosse meglio non esporsi alle rappresaglie nazifasciste e attendere che gli Alleati risalissero la penisola. Tutto questo non teneva in conto le sofferenze imposte alla popolazione dalle forze occupanti, i soprusi, le deportazioni. A levarsi furono i Resistenti, obbedendo all’ammonimento di Giuseppe Mazzini: ‘più che la servitù temo la libertà recata in dono'”.
“Un’estate, un autunno, di ansiosa attesa e, insieme, di intensa preparazione di una nuova Italia, dopo gli anni bui del fascismo”, così il Presidente della Repubblica ha ricordato il ruolo che nel 1944 ebbe la Resistenza che nella lotta partigiana scelse di agire prima che arrivassero gli alleati.
“La Resistenza ricusava l’idea che il ruolo del movimento partigiano fosse, con azioni di guerriglia e di disturbo, esclusivamente di affiancamento all’offensiva delle truppe alleate”, ha sottolineato il capo dello Stato, concludendo: “Un’ambizione necessaria, per ridare all’Italia il suo posto tra le nazioni civili”.