Roma, 13 set. (askanews) – Torna anche quest’anno, con la sua sedicesima edizione, l’iniziativa solidale promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII “Un Pasto al Giorno”, che il 21 e 22 settembre porterà i suoi volontari nelle piazze di tutta Italia per sensibilizzare su temi quali povertà ed emarginazione che ancora oggi affliggono tante persone in tutto il mondo. Nel corso dell’evento i volontari distribuiranno il calendario 2024-2025 dedicato al centenario dalla nascita di don Oreste Benzi (7 settembre 1925), il ‘prete dalla tonaca lisa’, fondatore della Comunità nel 1968, che ha fatto della sua vita un dono agli ultimi.
Il Calendario. Dedicato alla memoria di don Benzi, il Calendario non rappresenta solo un modo per scandire il tempo, ma è anche un invito a trasformare il mondo un giorno alla volta. Ogni mese infatti è dedicato a un tema cruciale, come la lotta contro la povertà, l’accoglienza dei più deboli, l’importanza dell’istruzione. Ogni mese, scandendo il passare del tempo, invitano alla valutazione e all’azione: “La famiglia è il luogo in cui ciascuno scopre – o ritrova – il suo posto nel mondo”, si legge in una delle riflessioni che ricorda l’effetto rivoluzionario che ha su ciascuno il sentirsi amato e parte di una famiglia.
La storia di “Un Pasto al Giorno”. Nel 1985 don Benzi, di ritorno dalla sua prima missione in Africa, si rese conto che bastavano 10mila lire al mese per sfamare una persona, ed è così che nacque il Progetto “Un Pasto al Giorno”. Oggi quel Progetto è diventato un obiettivo concreto per garantire un pasto caldo e una famiglia a tante persone sole o che vivono in condizioni di estrema povertà in tutti gli angoli del mondo. La Comunità infatti riesce a garantire 7 milioni e mezzo di pasti ogni anno alle persone accolte nelle sue strutture e realtà di accoglienza in Italia e nel mondo. Solo nel nostro Paese la Comunità, con le sue xxx sedi, dà accoglienza a oltre xxxx persone che nelle sue realtà trovano oltre al pasto anche accoglienza e sostegno per ricostruire il proprio futuro.
I nuovi progetti della Comunità. Tra gli obiettivi della Comunità, quest’anno c’è quello di far fronte all’emergenza idrica che affligge il nord est del Kenya e portare l’acqua potabile alle popolazioni del Lago Turkana, un immenso lago salato. I cambiamenti climatici di questo fazzoletto di terra negli ultimi anni stanno producendo effetti devastanti che si sommano alle tante criticità che già affliggono quest’area dell’Africa: da un lato la povertà e la malnutrizione, dall’altro gravi problemi legati all’aumento delle temperature – circa tre gradi in 60 anni – alla siccità e all’assenza di precipitazioni. Secondo le Nazioni Unite quella che sta attraversando il popolo keniota in questo periodo storico è la siccità peggiore degli ultimi 40 anni, perché il caldo è torrido anche di sera e non dà tregua, l’aria è pesante, ci si ammala e si sopravvive a fatica. E, soprattutto, non c’è più acqua, perché quella del Lago Turkana essendo salina non è potabile e neanche utilizzabile per l’agricoltura. Le persone percorrono chilometri per raccoglierla da pozze nei letti secchi dei fiumi, rischiando la salute a causa dell’acqua contaminata.
La Comunità, in collaborazione con le istituzioni locali, ha appena avviato un piano per lo scavo di un pozzo nel villaggio di Altuwo, un altro per desalinizzare l’acqua per il villaggio di Moite e un altro ancora per sistemare l’impianto idrico già esistente nel villaggio di Gatab,assicurando così l’accesso all’acqua potabile anche alle scuole. Questi progetti, dal valore complessivo di quasi mezzo milione di euro, una volta ultimati garantiranno non solo l’acqua potabile agli abitanti della zona, ma anche un’opportunità professionale per molti di loro che, seguendo dei corsi di formazione organizzati dalla Comunità, impareranno la gestione e la manutenzione degli impianti.