Roma, 13 set. (askanews) – In Perù tre giorni di lutto nazionale per l’ex presidente Alberto Fujimori. La bara di Fujimori, morto l’11 settembre all’età di 86 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro, è stata sistemata al museo nazionale di Lima, dove centinaia di suoi sostenitori fanno la fila per rendergli omaggio.
Ci sono state anche manifestazioni di protesta, ingenti le forze di sicurezza. È stata una figura, infatti, divisiva per i peruviani. Fujimori ha governato il Perù tra il 1990 e il 2000 prima di essere costretto a dimettersi a causa di accuse di corruzione. È fuggito dal Paese ma è stato successivamente arrestato e estradato, prima di essere condannato e incarcerato.
L’ex presidente è stato condannato in una serie di casi tra cui corruzione, abuso di potere e per essere stato il mandante di due massacri degli squadroni della morte nei primi anni ’90. Lo scorso dicembre Fujimori è stato rilasciato dalla prigione Barbadillo di Lima dopo aver scontato più di 15 anni di una condanna a 25 anni di carcere. La corte costituzionale peruviana aveva ripristinato una grazia presidenziale emessa sei anni prima.
Amato da molti per aver sconfitto la guerriglia del gruppo il Sendero Luminoso e sostenuto l’economia, ma vituperato da altri che lo hanno sempre visto come un autocrate assetato di potere e accusato di forti violazioni dei diritti umani. “L’ingegner Alberto Fujimori ha fatto molto per il nostro Paese. Grazie a lui abbiamo la pace”, dice una donna in fila per dargli l’ultimo saluto. “Per me Alberto Fujimori è un criminale giapponese che ha causato molti danni al nostro Paese” afferma invece una manifestante.