Milano, 12 set. (askanews) – Pantene, uno dei principali player nel settore della cura dei capelli, ha presentato oggi al Dazio di Milano il “RegenerActions Movement”, un nuovo movimento che invita tutte le donne a riflettere sull’importanza del prendersi cura di sé stesse ogni giorno partendo da piccole e semplici azioni quotidiane. L’Università Luiss e il suo centro di ricerca Luiss X.ITE, insieme al team di Unobravo, si sono uniti a Pantene in questa iniziativa.
“La missione di Pantene è da sempre quella di trasformare i capelli in capelli sani e forti per regalare a più donne possibili dei ‘great hair days’, giornate in cui ci sentiamo al nostro meglio. I capelli sani, infatti, hanno il potere di influenzare positivamente la percezione di noi stesse e la nostra autostima – osserva Valeria Consorte, vice president-Beauty Care-Procter & Gamble Italia -. Attraverso una ricerca condotta in collaborazione con l’università Luiss, abbiamo coinvolto migliaia di donne italiane per comprendere l’importanza del self-care, la cura di noi stesse, come strumento per migliorare il proprio benessere e le principali barriere che le donne incontrano in diverse fasce d’età. Infatti, nonostante il 99% delle donne riconosca l’importanza della cura di sé, oltre 2 su 3 non riescono a farlo come vorrebbero. Nella ricerca, la cura dei capelli si conferma come una delle attività di self-care più praticate ed importanti per le donne italiane. Da qui nasce il movimento Pantene RegenerActions che partendo proprio dalla cura dei capelli come una delle azioni rigenerative che contribuiscono al benessere emotivo e mentale, intende abbracciare uno scopo più ampio ovvero quello di sensibilizzare sull’importanza del self care e di normalizzarlo. Perché prendersi cura di noi stesse, dedicandoci del tempo di qualità nel fare cose che ci fanno stare bene, non deve essere visto come un piccolo lusso o un regalo che ci facciamo, ma come una necessita’ per vivere una vita equilibrata. Senza sensi di colpa o pressioni sociali”.
Una ricerca commissionata da Pantene all’Università Luiss ha evidenziato il “Self Care Paradox”: il 99% delle donne riconosce l’importanza di prendersi del tempo per sé, ma oltre due su tre non riescono a farlo effettivamente. Sotto la guida di Marco Francesco Mazzù, Professor of Practice di Marketing in Luiss e Luiss Business School, affiancato da Simona Romani, Full Professor di Consumer Behaviour in Luiss, l’ateneo intitolato a Guido Carli ha condotto infatti uno studio dal titolo “Self-care habits, barriers and solutions – Attitudini e comportamenti delle donne italiane nelle proprie esperienze di self-care”. Lo studio, condotto su oltre 1.000 donne italiane di diverse fasce d’età, ha approfondito il concetto di self-care, le principali azioni rigeneranti incluso barriere e possibili soluzioni.
L’età ed i momenti del ciclo della vita influenzano la capacità delle donne di prendersi cura di sé ed il modo in cui lo fanno. Le ragazze (18-24 anni) hanno la percezione di avere tempo limitato per un vero “self-care”, collegato al rincorrere molteplici attività di “self-work” relazionali, intellettuali, fisiche necessarie a soddisfare aspettative esterne multiple, collegate a pressioni sociali esterne e familiari; la sovra-attività dedicata al self, ma guidata da stimoli esterni, porta talvolta a controbilanciare il “piacere di prendersi cura di sé” con un senso di ansia e frustrazione. Le giovani adulte (25-34 anni) affrontano una fase di profonda trasformazione, con un rilevante incremento della complessità personali e professionali che limitano il “disposal time”; infatti, il tempo effettivo dedicato al “self-care” è limitato e percepito maggiormente una conquista. Le adulte (35-54 anni) riescono ad identificare le attività migliori per sé ma devono far fronte a maggiori pressioni esterne di natura lavorativa, familiare o relazionale, che riducono il loro “disposal time”. Le senior (55+ anni) hanno una maggiore auto-consapevolezza e vivono il self-care con relax e soddisfazione personale.
“Comprendere il significato della cura di sé per le donne nelle diverse fasi della vita, considerando la complessità delle loro quotidianità, ci ha permesso di far emergere le ambivalenze e i paradossi legati a semplici gesti e abitudini: dalle attività relazionali alla rigenerazione fisica e mentale, fino alla cura del proprio corpo – sottolinea Marco Francesco Mazzù -. Abbiamo così potuto evidenziare insight utili per promuovere azioni che valorizzino la vera natura positiva del self-care e l’importanza di queste pratiche”.