Venezia, 6 set. (askanews) – Applausi in sala e in conferenza stampa per “Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini film presentato Fuori concorso all’81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il film è il racconto molto personale di momenti vissuti dalla regista con il padre Luigi Comencini. Un racconto personale che però trova la giusta distanza nel fatto che tra il padre e la figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo.
Protagonista Fabrizio Gifuni che interpreta il Grande regista e Romana Maggiora Vergano nel ruolo di Francesca Comencini ragazza e Anna Mangiocavallo. Francesca Comencini tratteggia un affresco del rapporto col padre dall’infanzia mentre segue il padre sul set di Pinocchio fino all’adolescenza con la tossicodipendenza , sullo sfondo gli Anni di Piombo. Quello tra Francesca e il padre è un amore totale e assoluto che si cementa proprio attraverso la passione per il cinema che salverà entrambi. Proprio per allontanare la figlia dalla droga Comencini la porterà a Parigi in quella Francia in cui emigrò con la famiglia.
Romana Maggiorana Vergano, che interpreta Francesca da ragazza,si era già fatta notare per la sua interpretazione nel film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”.
“Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro cercando di essere diversa da lui- ha spiegato la regista-, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui: ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me. Forse, mi sono detta, forse ora sono abbastanza anziana, ne sono capace, forse ora sarò all’altezza di questo racconto. Forse, ora, è arrivato il momento di dirgli grazie”.
Per la regista questo era un film che aveva dentro da tanto tempo. “Volevo sentirmi matura – ha spiegato- per poterlo realizzare e per elaborare in modo sereno anche gli aspetti più personali”. Francesca Comencini ha raccontato di avere cominciato a pensare a un film sul rapporto con suo padre durante la pandemia e di avere sottoposto il soggetto a Marco Bellocchio che poi ha deciso di produrlo. “Ho chiesto consiglio a Marco che mi ha incoraggiato a realizzare il film. Ho scelto Fabrizio Gifuni per il ruolo di mio padre perché è un attore che ho sempre ammirato tantissimo”.
Gifuni che regala un’interpretazione straordinaria di Luigi Comencini ha spiegato di avere lavorato molto documentandosi sul regista di Incompreso- “Ho fatto un grosso lavoro sul corpo e sulla voce – ha aggiunto l’attore – tuttavia c’è pochissimo materiale su di lui perché era un uomo molto schivo. Mi sono quindi basato su quel grande documentario inchiesta ‘I bambini e noi’ in cui Comencini è in campo e così ho potuto studiarlo. Il suo ascolto dei bambini era davvero eccezionale”.
Romana Maggiorava Vergano che nel film è proprio Francesca Comencini ha attinto da una storia universale del rapporto padre e figlia. “Ero una grande fan di Francesca ancora prima di conoscerla”.
Luigi Comencini amava dire che “prima viene la vita e poi il cinema e che “un film deve stare in piedi” frasi che ripete nel film. “Mio padre dava molta attenzione agli altri che venivano sempre prima del suo cinema – ha spiegato la regista – io non mi sento all’altezza del suo cinema e poi per lui un film doveva stare in piedi perché lui era anche un architetto, e voleva dire che nel tempo in cui si vede un film il pubblico deve stare bene”.
Il film uscirà in sala il 26 settembre.