Roma, 5 set. (askanews) – “Azione si può alleare con il campolargo anche se siamo diversi e sostenere una candidatura che nasce da Avs, Pd e M5s a patto che ci siano tre condizioni fondamentali. Prima: le opere infrastrutturali che servono alla Liguria si devono fare; Seconda: niente campagna elettorale basata sul giustizialismo forcaiolo; Terza: una volta vinte le elezioni serve cultura di governo il che significa anche avere una leale collaborazione istituzionale con il sindaco Bucci”. Così Carlo Calenda, leader di Azione in un’intervista al Secolo XIX, in vista delle elezioni regionali in Liguria, manda un messaggio ad Andrea Orlando e all’intero campolargo.
“Noi non siamo nel campolargo, siamo al centro se ci sarà una coalizione tra centro e campolargo. Di Italia viva si occuperà il Pd o altri, non compete a noi. Del resto Italia viva che fino a ieri via Paita descriveva il campolargo nazionale e ligure come un gruppo di bolscevichi spiegherà ai suoi lettori questa ennesima giravolta”, aggiunge.
“Noi non mettiamo veti sui nomi, con Orlando io ci ho governato. Poi con Andrea non condividiamo molte cose sul piano nazionale dalla giustizia all’Ucraina ma abbiamo il dovere di provare a fare sintesi sul territorio laddove questi argomenti divisivi non competono alla Regione”, prosegue.
Per Calenda “Orlando deve chiarire pubblicamente sulle tre condizioni. Gli accordi politici si fanno così tra entità separate. Deve fare da garante su questi tre aspetti e se ci sono queste basi noi di Azione ci siamo, si può fare l’alleanza. Ora spetta ad Orlando e al Pd chiarire se vuole costruire una solida alleanza di governo può farsi dettare la linea dalla sinistra populista e anti sviluppo. In quel caso noi non potremo esserci”.
“Se ci sono le condizioni che ho detto stiamo ragionando se fare una lista anche con il simbolo di Azione ma aperta a tutti riformisti… Non so cosa farà +Europa con cui speriamo sempre di poter lavorare, ma non faremo liste con un partito che ha passato mesi a dire che eravamo succubi del campolargo perché lavoravamo sul salario minimo e non sostenevamo Bucci e poi si butta a pesce dall’oggi al domani nel campolargo senza porre una singola condizione di programma. Ma per fortuna Renzi non è una questione che riguarda noi. Il campolargo vuole fare questo matrimonio per noi non ci sono veti ma se li gestiscano loro”, ribadisce Calenda.