Parma, 5 set. (askanews) – Vivere il paradiso, tenendo i piedi ben ancorati a terra. Avere la sensazione di stare accanto agli apostoli, mentre Cristo scende dal cielo ad accogliere il discepolo prediletto, San Giovanni. Abituati ad ammirare gli affreschi, col collo rivolto all’insù, Parma ha trovato un modo per cambiare la prospettiva. E attraverso l’uso della tecnica e della fotografia digitale, ridà nuova vita dopo 500 anni ai meravigliosi affreschi di Antonio Allegri, conosciuto come il Correggio. “Il Cielo per un istante in terra” è l’installazione generata dal progetto fotografico di Lucio Rossi, all’interno del monumentale Refettorio del monastero di San Giovanni.
“Quando ho visto la cupola, quando ho avuto la possibilità di salire con l’impalcatura in mezzo alla cupola – ha ricordato Rossi – la prima cosa che mi è venuta in mente è stata ‘questo lo smonto, lo riporto giù, lo rimetto su un piano per farlo leggere tutti in maniera straordinaria e far volare un po’ tutti”.
Vivere il cielo per un istante in terra. E fermarsi in raccoglimento davanti a quei particolari che sarebbe impossibile notare a decine di metri di distanza: le mani degli apostoli che gesticolano, i piedi che hanno camminato una vita intera, i volti di contadini e pescatori, riprodotti in questo viaggio grazie al fotopiano dell’intera cupola. “Ma qui una persona deve volare con queste facce, con questi volti e con questi personaggi. E’ come essere col Correggio mentre sta dipingendo il paradiso” ha spiegato il fotografo.
E poi i bambini che giocano: un “filo conduttore” nei disegni della cupola del refettorio, così come negli affreschi del duomo di Parma e del Monastero di San Paolo, nella celebre Camera della Badessa. “Quello che apparentemente da lontano può sembrare un fondo di colore, sono tutti volti di angioletti – ha spiegato Rossi -. Se uno va vicino si accorge che sono tutti volti di angioletti: in mezzo alle nuvole, dappertutto sono tutti volti. Uno che usa i bambini per dare questa gioia è sicuramente il paradiso. Siamo in paradiso”.
Le figure dell’Allegri dai “contorni graziosi e grassi con qualche idea di chiaroscuro” tornano d’attualità dopo 500 anni grazie alla realtà aumentata, attraverso l’installazione “Hortus Conclusus 2.0: storia e sviluppo del Monastero di San Paolo”.