Milano, 2 set. (askanews) – Per molto tempo le donne che hanno lavorato nell’industria cinematografica sono state soprattutto attrici o segretarie di produzione. Ma negli ultimi anni le donne dietro la macchina da presa sono aumentate e i film a direzione femminile vincono più premi e circolano di più nelle sale dei film a direzione maschile. “Ma serviranno ancora almeno 20 anni per raggiungere l’equità di genere alla regia e oltre 50 per avere un eguale numero di direttrici e di direttori della fotografia nelle produzioni cinematografiche italiane”. Lo scrive in una nota la direttrice dell’Alta scuola per la comunicazione (Almed) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Mariagrazia Fanchi, anticipando i contenuti del quarto Rapporto Gender Balance in Italian Film Crews dell’Ateneo e del Ministero della Cultura-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, che verrà illustrato alla Biennale del cinema di Venezia, martedì 3 settembre, ore 14, nello spazio incontri dell’Hotel Excelsior, e online on the VPB Live Channel, all’interno dell’Annual Seminar in Gender Equality and Inclusivity in the Film Industry, evento ospitato da La Biennale di Venezia, Eurimages and Women in Film, Television & Media Italy.
“Uno scenario in miglioramento” fa notare la professoressa Fanchi. “Resta tuttavia ancora un importante divario da colmare: 21% la quota di professioniste alla direzione di lungometraggi nel 2023; poco meno del 30% quella delle sceneggiatrici e delle montatrici; al 12% la percentuale delle direttrici della fotografia e ancora sotto la soglia del 10% quella delle direttrici delle musiche; la presenza femminile fra i supervisor di effetti speciali continua a crescere, sebbene non superi il 30%; costumi e trucco restano professioni a prevalenza femminile”.