Roma, 30 ago. (askanews) – Il 31enne arrestato con l’accusa di aver ucciso Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, la notte fra il 29 e il 30 luglio scorsi, è nato a Milano, ha la cittadinanza italiana, è residente in un paese vicino a quello dove è stata uccisa la giovane ed è originario di un Paese africano. Circostanze anagrafiche che la Lega, ferma sul no nel recente dibattito sullo ius scholae, evidenzia.
“Fermato Moussa Sangare, origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon. Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e, in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti. Complimenti ai Carabinieri!”, così scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, sui social.
“L’uomo sospettato di aver ucciso Sharon è stato identificato come un 31enne nato a Milano, di origine straniera, e con problemi psichici accertati. La giovane donna avrebbe perso la vita per mano di questo presunto assassino, apparentemente senza motivo”, sottolinea la deputata della Lega, Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità del partito, aggiungendo: “Un episodio tragico che devi farci riflettere. Davvero sono questi i nuovi italiani a cui aspiriamo?”.
Dalle opposizioni la critica è netta: “Ovviamente Matteo Salvini ha già sentenziato la colpevolezza di Moussa Sangare, chiedendo pena esemplare, cioè potenziata? Ciò che è orribile nel suo post è il tentativo di accreditare una origine etnica del femminicidio: questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari. Troppo spesso il maschio killer è marito, compagno, partner”, afferma Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, replicando alle frasi scritte sui social dal vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.