Roma, 27 ago. – La geopolitica e la macroeconomia continuano a condizionare in modo determinante i mercati finanziari. Il che rende complesso individuare gli strumenti più adatti per investire il proprio denaro. Ciò, tuttavia, non significa che non si possa agire con successo, puntando, per esempio sulle obbligazioni. Ne parliamo con Matteo Rappelli, consulente finanziario con decenni di esperienza: “Il mercato obbligazionario è da sempre uno dei settori in cui la maggior parte dei risparmiatori vuole investire, poiché garantisce un certo rendimento e protegge il capitale. I famosi dieci tagli dei tassi d’interesse che dovevano avvenire sia nel mercato americano, sia in Europa tramite la Bce non sono avvenuti, dunque questa opportunità continua ad essere presente sul mercato. Ecco perché si rivela indispensabile avere al proprio fianco un consulente che ci dia una mano a scegliere il momento giusto in cui investire e che ci dia delle indicazioni che arrivino direttamente dal mercato che, ora come non mai, è poco prevedibile”. E proprio in un momento caratterizzato da imprevedibilità e incertezza la scelta migliore risulta quella di tornare alle origini, ovvero ad una gestione del risparmio mirata e oculata. La parola d’ordine, quindi, è pianificazione finanziaria. “Si può decidere di investire utilizzando il metodo dei cassetti mentali, un po’ come facevano una volta i nostri nonni. – prosegue Rappelli – Se ho 100 euro da investire, ad esempio, so che 20 euro mi serviranno nell’immediato per una determinata spesa e andrò dunque a metterli su un conto liquidità, che a differenza di un anno e mezzo fa ora è remunerato. Quella remunerazione andrà a calmierare l’inflazione. Se con una parte del resto della cifra, diciamo un 40 per cento, desidero provvedere agli studi di mio figlio che tra dieci anni inizierà l’università, utilizzerò strumenti, come i mercati azionari per esempio, che hanno un orizzonte lungo. Il resto del denaro, invece, potrebbe essere investito nel mercato obbligazionario, con la possibilità di utilizzare il flusso cedolare che ora finalmente c’è per integrare la pensione o lo stipendio”. Così risulta determinante la scelta del consulente finanziario a cui rivolgersi, da compiere con la consapevolezza di dover cercare una figura profondamente diversa rispetto al passato. “Non si tratta più del consulente finanziario che abbiamo visto fino a qualche anno fa, che partiva quasi sempre dal prodotto più performante; era una vendita, più che una consulenza. Oggi il consulente deve aiutare il risparmiatore a fare una corretta programmazione dei propri investimenti, incontrandolo almeno tre volte all’anno, per due ragioni: l’evoluzione continua e repentina del mercato finanziario, e non ultimo il cambiamento delle esigenze del cliente; solo così il mondo della finanza diventa amico di chi risparmia” conclude Matteo Rappelli. E il continuo confronto con il proprio consulente potrebbe finalmente dare il via anche in Italia al processo di educazione finanziaria mai effettivamente partito nel nostro Paese. Solo imparando a conoscere la finanza, infa