Genova, 26 ago. (askanews) – “Nel solo mese di luglio al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo sono state curate 5.680 persone, un dato in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Parliamo di oltre 200 pazienti al giorno, un numero impressionante”. Lo affermano in una nota Roberto Arboscello, vice capogruppo del Pd in Regione Liguria, e Simone Anselmo, segretario dell’Unione comunale Savona Pd.
“Questo – aggiungono i due esponenti dem – è un problema evidenziato giorni fa dalla dott.ssa Guiddo, nuova direttrice facente funzione, ma ben noto a tutti già da tempo come aveva più volte denunciato il dott. Lerza. Una situazione di criticità che viene superata grazie all’abnegazione del personale medico e sanitario che riesce a fronteggiare l’enorme carico di lavoro ma questa non può essere la regola. Il San Paolo è l’ospedale del capoluogo di provincia e il presidio di riferimento di un territorio vastissimo che comprende anche la Valbormida e merita il massimo supporto e la massima attenzione”.
“Quanto emerso in questi giorni per l’ospedale San Paolo – sottolinea Arboscello – in realtà avviene anche all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure che soprattutto durante il periodo estivo viene preso letteralmente d’assalto. Una situazione generalizzata e insostenibile a cui va posto assolutamente rimedio. Il vero problema, al di la dell’emergenza, è il numero enorme di persone che si recano al pronto soccorso perché non trovano adeguata risposta sul territorio. Credo che nessuno sia contento di recarsi al pronto soccorso e attendere ore ed ore prima di essere visitato e curato seppur per patologie di bassa intensità: la realtà è che se tutti questi codici verdi o bianchi venissero intercettati prima dando loro una risposta sul territorio questo problema non ci sarebbe”.
“Circa 8 mesi fa – ricorda il vice capogruppo regionale del Pd – avevo proposto all’assessore Gratarola l’istituzione dei Cau, dei centri di assistenza e urgenza come ha istituito con successo l’Emilia Romagna, che facessero da filtro: ma quella proposta, come tante altre è rimasta inascoltata. Occorre un cambiamento delle modalità di accesso al pronto soccorso e ai servizi di emergenza-urgenza. L’obiettivo dev’essere quello di garantire a tutti i cittadini la cura migliore e un percorso di assistenza personalizzato in tempi rapidi e senza lunghe attese. E farlo direttamente nei territori, evitando di intasare i pronto soccorso degli ospedali, dove far confluire solo i casi più gravi”.
“É necessario – concludono Arboscello e Anselmo – potenziare la sanità pubblica razionalizzando le risorse disponibili. Ad esempio invece di spendere soldi nell’inutile spostamento della centrale del 118 dal San Paolo ad Albenga, scelta sbagliata oltre che senza senso, si pensi a dare le adeguate risposte ai cittadini ed al personale sanitario e medico”.