Chiude in Giappone la fabbrica delle sex-doll super realistiche – askanews.it

Chiude in Giappone la fabbrica delle sex-doll super realistiche

Orient Industry operava dal 1977
Ago 26, 2024

Roma, 26 ago. (askanews) – Il sesso tira sempre meno nell’un tempo fiorente industria dell’entertainment giapponese. E così un’istituzione del variegato mondo del feticismo nipponico ha deciso di chiudere per sempre i battenti. Si tratta della Orient Industry, la compagnia nota in tutto il mondo per le sue super-realistiche bambole sessuali in silicone.

“Ci dispiace di dare questo annuncio con scarso preavviso, ma il nostro fondatore Hideo Tsuchiya, che guida la nostra compagnia, Orient Industry, da molti anni, ha preso la decisione di ritirarsi e di dare priorità alla sua salute”, si legge sul sito internet in giapponese della compagnia.

“Vogliamo cogliere questa occasione per esprimere la nostra più sincera gratitudine a tutti i nostri clienti e partner che hanno creduto e sostenuto Oriental Industry. In considerazione delle condizioni di salute del nostro proprietario e in rispetto alle sue volontà, la compagnia ha deciso di cessare le attività. Se prendiamo in considerazione il lungo periodo in cui siamo stati parte delle vostre vite e il periodo in cui abbiamo camminato per la stessa strada, questo sarà nei nostri ricordi come un periodo estremamente felice”, continua il comunicato.

La storia di Orient Industry è quella di un grande successo industriale che, però, a causa del settore in cui l’azienda operava non è mai stato riconosciuto in pieno. La compagnia – che ha tuttora sede nel vivace quartiere tokiese di Asakusa, fu fondata nel 1977 da Tsuchiya, un ex impiegato che si era trovato catapultato nel colorato mondo del “mizu-shobai”, cioè quell’insieme di locali – bar con hostess, strip-club, massaggi erotici – che riempivano le serate dei sarariman (impiegati) giapponesi negli anni della grande ascesa economica.

Tsuchiya investì immediatamente in ricerca, per cercare di produrre bambole sempre più veridiche, finché non uscì la mitica Bosho, che costava come metà del salario annuo di un neo-dipendente, ma che ebbe un successo devastante.

Da allora la fama delle sexy-bambole giapponesi in silicone di Orient Industry si diffuse anche sui media internazionali. Finché il nuovo sentire dei giapponesi, che sono sempre meno interessati al sesso (tanto che alcuni studiosi parlano di “generazione erbivora”), quanto meno quello off-line, ha fatto calare l’interesse per questi prodotti.

Vista l’annunciata cessazione di attività, sul sito è stata proposta anche la possibilità di acquistare le bambole con sconti che vanno dal 40 al 70%.

(Immagine tratta dal sito di Orient Industry)