Milano, 25 ago. (askanews) – Un uomo di 33 anni è stato arrestato a Nimes: è sospettato di aver appiccato il fuoco a una sinagoga situata a La Grande-Motte, nell’Hérault, in Francia. Prima di questa vicenda era sconosciuto ai servizi segreti.
È stata la fine di una corsa per colui che era già stato avvistato dalle telecamere di videosorveglianza ieri, dopo che, intorno alle 8.30 di sabato, la polizia era stata informata di un incendio scoppiato davanti alla sinagoga Beth Yaacov a La Grande-Motte.
L’arresto è stato effettuato da agenti di polizia della BRI di Montpellier e Marsiglia e del servizio d’élite RAID in un appartamento che non era la sua abitazione.
Durante l’intervento, il sospettato ha aperto il fuoco sulla polizia, che ha risposto al fuoco. Colpito più volte al volto, è stato portato in ospedale. È ancora in cura questa domenica, senza che la sua prognosi sia compromessa.
Si sa ancora poco del suo profilo. Secondo le informazioni ha 33 anni ed è di nazionalità algerina. Si trova legalmente sul territorio francese, dove è arrivato da anni. Padre di un bambino nato in Francia, è vissuto per qualche tempo a La Grande-Motte e Nimes.
Il sospettato era noto alle forze dell’ordine per “uso di stupefacenti”, ma era completamente sconosciuto ai servizi segreti. Avrebbe agito da solo, dando fuoco alla propria auto vicino alla sinagoga, prima di fuggire, ma oltre al sospettato, altre due persone del suo entourage sono state arrestate dalla polizia. Si tratta di due uomini sulla trentina, semplici “parenti” del principale sospettato. Una terza persona, escluso il principale sospettato, è stata arrestata e messa in custodia dalla polizia.
L’INCENDIO ALLA SINAGOGA DI SABATO
La scena che hanno trovato gli agenti ieri presso la sinagoga vedeva due auto in fiamme e nelle vicinanze si trovava una bombola di gas. Le fiamme avevano interessato anche le due porte della sinagoga. Un agente di polizia era rimasto ferito, senza pericolo di vita.
Nelle ore successive gli investigatori si sono interessati alle telecamere di videosorveglianza del luogo di culto. Dalle immagini si nota la presenza di un sospettato. Quest’ultimo mostra una bandiera palestinese, così come un’arma, secondo i media francesi.