Milano, 24 ago. (askanews) – “Con soddisfazione posso dire che le uve che le case spumantistiche trentine stanno raccogliendo sono sane e di buona qualità. La quantità leggermente in calo rispetto alle vendemmie precedenti non inficia in nessun caso sull’eccellenza del prodotto”. Così Stefano Fambri, presidente dell’Istituto Trento Doc, commenta la vendemmia 2024 per le bollicine di montagna partita questa settimana sul territorio provinciale, in un avvio nella media dopo le vendemmie anticipate degli ultimi due-tre anni.
La raccolta (manuale) di uve Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Meunier è iniziata nei vigneti più precoci di bassa collina e meno esposti e si sposterà nelle prossime settimane nelle zone più tardive, fra i 400 e i 550 metri, fino a concludersi verso metà di settembre in quelli ad altitudine maggiore, quasi di montagna, collocati fra i 550 e gli 800 metri.
“La buona qualità delle uve rappresenta un risultato importante in un anno in cui sono state necessarie grandi cure e competenze da parte degli agronomi e dei produttori in vigna” aggiunge Fambri, sottolineando che “la collocazione dei vigneti in media e alta collina e il caldo non eccessivo hanno, grazie all’escursione termica registrata fra il giorno e la notte, influito positivamente sulla maturazione delle uve e sull’acidità dei grappoli, caratteristiche chiave che determinano la qualità del prodotto”.
Dal 20 al 22 settembre gli spumanti Metodo Classico del Trentino saranno i protagonisti della terza edizione di “Trentodoc Festival”, un viaggio alla scoperta delle bollicine di montagna e delle case spumantistiche che avrà come cornice i luoghi dell’arte della città di Trento e i territori di produzione.