Fra danza e archeologia a Positano nasce Isadora, il fumetto – askanews.it

Fra danza e archeologia a Positano nasce Isadora, il fumetto

Un progetto tutto al femminile, con Laura Valente in prima fila
Ago 24, 2024

Milano, 24 ago. (askanews) – Tra danza e archeologia la doppia anima di Positano diventa un fumetto. Protagonista Isadora, nome evocativo del talento coreutico di una ragazza vissuta al tempo dell’eruzione che seppellì Pompei e anche la ricchissima Villa Romana di Positano, oggi gioiello della Costiera Amalfitana.

La pubblicazione, a cura di Laura Valente e realizzata dalla scuola Italiana di Comix, in italiano e in inglese, nasce all’interno del progetto multidisciplinare ‘La villa romana si racconta’, con la curatela scientifica della stessa Valente, vincitrice del bando del Ministero dell’Interno per i borghi d’arte. E la presentazione in anteprima dell’opera non poteva che avvenire il prossimo 7 settembre nel corso della 52esima edizione del premio di danza più antico del mondo, intitolato a Léonide Massine.

“La protagonista deve il suo nome ad una delle pioniere della danza contemporanea, Isadora Duncan”, spiega la curatrice, esperta di arti performative. “Duncan ha creato fratture, rovesciato la tradizione, disegnato uno stile unico in grado di aprire varchi infiniti e inediti verso il Cambiamento Pensava che un corpo può essere libero solo se ‘coraggiosamente intelligente’. E così danzava a piedi nudi, con i capelli sciolti e sciarpe leggere che le fluttuavano su un corpo ispirato dagli elementi naturali, la danza anche per la ‘nostra’ Isadora, che improvvisa, inventa, disegna con il corpo un tempo che verrà e che un giorno, lei ancora non lo sa, porterà la sua terra ad essere il sinonimo della danza nel mondo nella vita delle persone, sull’emancipazione che un’idea di bellezza può esercitare su esistenze apparentemente segnate da un destino avverso”.

Affidare il fumetto a Chiara Macor e Fabiana Fiengo, due giovani talenti italiani cresciuti in quella straordinaria ‘fabbrica’ della creatività che è la Scuola Italiana di Comix di Mario Punzo, è un ulteriore motivo di orgoglio per la curatrice scientifica: Isadora è il primo degli strumenti di comunicazione compresi nel progetto, accanto ad una installazione immaginata per la futura sezione Mediterraneo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e ad una serie podcast.

“Con la ‘nostra’ Isadora vogliamo raccontare, attraverso il fumetto d’arte, il genius loci di Positano da una prospettiva diversa, una doppia anima indissolubilmente legata alla bellezza e alla storia, capace di celebrare tutto il fascino dell’archeologia italiana attraverso il lavoro e la competenza di comunicatori d’eccellenza”, spiega Giuseppe Guida, sindaco di Positano, che ad inizio settembre accoglierà sulla spiaggia grande anche i vincitori della seconda edizione del Premio ‘Comunicare l’archeologia e l’arte’, sempre all’interno del medesimo progetto di valorizzazione dello straordinario bene archeologico, premio che andrà per il 2024 a Gabriel Zuchtriegel , direttore del Parco Archeologico di Pompei, Karole PBVail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, Urs Rechsteiner, mecenate svizzero e presidente della Fondazione FUR, Cristina Giuliano di Askanews.

“L’idea narrativa di Laura Valente mette al centro del racconto Posides e Isadora, due anime libere – racconta Chiara Macor – Il personaggio di Posides è ispirato alla figura storica di Posides Claudi Caesaris, eunuco di origine greca, gladiatore ed esperto architetto,fu reso liberto dall’Imperatore Claudio ed è citato da varie fonti antiche (Svetonio, Plinio il Vecchio, Giovenale). Ciò che sappiamo di lui è che si era distinto nella carriera militare, conquistando fama e ricchezza. Edificò numerose ville e terme nell’area del golfo di Pozzuoli e in generale nella zona costiera della Campania. La città di Positano deve forse il suo nome proprio a lui e alla villa che fece costruire in questo sito. Il Posides che abbiamo scelto di raccontare – continua Macor – ha avuto un passato difficile e sceglie di costruire le sue meravigliose ville nella speranza che la bellezza, l’arte e la magia dei luoghi possono alleviare un dolore che ha coltivato nel corso della sua vita , una vita in cui l’incontro con la cultura e con l’arte gli ha permesso di emanciparsi e trovare una propria realizzazione”.

La favola di Isadora è frutto di un lavoro di squadra al femminile. Valente con due lauree in Musicologia e Comunicazione e Gestione delle Imprese Culturali, classe 1965, ha consolidato la sua carriera nei Teatri alla Scala di Milano e San Carlo di Napoli. Fa parte del Cid Unesco “per le direzioni innovative artistiche” e dal 2016 guida il Léonide Massine di Positano. Ha firmato l’ideazione di vari musei (dal Memus del Teatro di San Carlo al Caruso di Palazzo Reale a Napoli per il Ministero della Cultura), pubblicazioni e documentari.

Chiara Macor è storica dell’arte, musicista e scrittrice. Ha collaborato con The Jackal, Comicon Edizioni, Mondadori Electa, Bronx Production. Cura la collana di biografie a fumetti Scarlatti Musicomics per l’Associazione Alessandro Scarlatti pubblicata da Guida Editori e la collana Polpa Napoletana per la Scuola Italiana di Comix, edita da Homo Scrivens. Insegna scrittura creativa e storytelling presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la Scuola Italiana di Comix.

Fabiana Fiengo è filologa classica, fumettista e concept artist, ha pubblicato tre romanzi a fumetti della serie I Bastardi di Pizzofalcone con la Sergio Bonelli Editore. Collabora come autrice con TuttoLibri de La Stampa di Torino e con l’Università Federico II di Napoli. È docente di fumetto alla Scuola Italiana di Comix e nei corsi delle scuole medie e superiori.

Quanto alla Villa Romana (sempre al femminile) i ricchi romani già nel I sec. aC avevano scelto le coste del Golfo di Napoli e della Penisola Sorrentina per edificarvi lussuose residenze, raggiungibili dal mare per dedicarsi esclusivamente all’otium. La Villa Romana di Positano è risalente alla prima età imperiale. La sua storia è ferma all’eruzione che distrusse Pompei nell’79 dC e conferma che anche la costa d’Amalfi fu danneggiata.