A Venezia proiezione del documentario “1974. La strage di Brescia” – askanews.it

A Venezia proiezione del documentario “1974. La strage di Brescia”

Realizzato da un team di studenti del Dams – Università Cattolica
Ago 23, 2024

Roma, 23 ago. (askanews) – Verrà presentato e proiettato venerdì 30 agosto alle 18 presso l’Hotel Excelsior, nell’ambito dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “1974. La Strage di Brescia”, un documentario di 94 minuti realizzato da un ampio team di studenti del Dams – Università Cattolica in occasione del 50° Anniversario della strage di Piazza Loggia.

Il progetto – informano Fondazione Ente dello Spettacolo e Università Cattolica del Sacro Cuore in una nota – ha beneficiato del supporto dei docenti del corso DAMS, attivo nella sede di Brescia, tra cui il Professor Massimo Locatelli, ordinario di Cinema, fotografia e televisione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore Scientifico del Master in Ideazione e Produzione Audiovisiva, Cinematografica e per i Media Digitali (IPM) presso l’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED). Oltre ai professori Marco Meazzini e Fabio Piozzi, e del contributo di istituzioni bresciane tra cui l’Archivio storico per la Memoria e il Comune di Brescia. La produzione del documentario è stata realizzata dal produttore e distributore Another Coffee Stories, nella persona della fondatrice Anna Giada Altomare e del socio Mario Congiusti.

Diretto da Carlo Porteri, che ha anche curato la sceneggiatura assieme a Marco Danesi e Lorenzo Tonni, aiuto regia Marina Di Maggio, il documentario rappresenta un’indagine profonda e toccante sul periodo dello stragismo italiano, focalizzandosi sulla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Un’opera che non si limita a raccontare un evento storico. È un atto di amore verso la verità, un grido di giustizia che risuona attraverso le voci di chi ha vissuto quei terribili momenti e di chi, con il coraggio e la determinazione dei giovani, ha deciso di portare alla luce quei ricordi, perché non si perdano nell’oblio del tempo.

Il documentario è suddiviso in sezioni che coprono un arco temporale molto ampio, dalla fase del miracolo economico degli anni ’60 fino alla sentenza del 2015 che ha chiuso il lungo iter giudiziario legato alla strage. Il racconto è arricchito dalle testimonianze di figure chiave come Manlio Milani, che perse la moglie Livia Bottardi nella strage, e Alfredo Bazoli, rimasto orfano di Giulietta Banzi Bazoli. Altri interventi fondamentali includono quelli di Marco Fenaroli, Mario Capponi, Diletta Colosio, Paolo Corsini, Mario Labolani e del politologo Vittorio Emanuele Parsi, che analizza gli effetti delle stragi nel contesto politico-sociale internazionale. Il documentario offre anche una riflessione sull’impatto che la strage ha avuto sulla coscienza cittadina, grazie alle interviste alla sindaca di Brescia, Laura Castelletti, al regista Silvano Agosti, alla direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini, oltre al lungo iter giudiziario per arrivare alla verità narrato dall’avvocato Piergiorgio Vittorini.

Questi giovani – si sottolinea nella nota – hanno scelto di non voltare lo sguardo, di non lasciar cadere nel silenzio quella strage. Hanno scelto di guardare in faccia la sofferenza, di ascoltare le voci di chi non può dimenticare, e di trasformare quel dolore in un’opera che possa parlare a tutti noi, oggi e domani. C’è un momento in cui la Storia smette di essere solo una sequenza di fatti e diventa qualcosa di personale, di intimo. Quel momento arriva quando ci rendiamo conto che dietro ogni nome, ogni data, c’è una vita, c’è una storia che merita di essere raccontata, ascoltata, e ricordata. E questo documentario ci porta esattamente lì, a quel punto in cui la Storia si fa carne e sangue. Lasciamo che le voci di quei testimoni, di quelle vittime, di questi giovani registi, risuonino dentro di noi. Lasciamo che ci parlino del passato, ma soprattutto, lasciamo che ci interroghino sul presente e sul futuro. Riconosciamo le conquiste ottenute in quegli anni violenti per poterle ricontestualizzare nella società odierna, consapevoli più che mai della loro importanza.