Roma, 22 ago. (askanews) – Il “saper fare” dell’Italia “può essere utile per la crescita” del continente africano. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento all’incontro Percorsi per la pace al Meeting di Rimini.
“C’è poi un altro tema che riguarda la formazione: anche attraverso le nostre università dobbiamo favorire l’incremento delle università nel continente africano, per permettergli di avere una classe dirigente sempre più all’altezza della grandezza di quel continente”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, “Poi c’è il tema delle guerre: guerre etniche, a volte tribali che noi dobbiamo fare in modo di scongiurare. Guardate cosa succede nell’Africa sub-sahariana, quella più vicina a noi, quello che è successo in Sudan e Niger. Anche in Niger gli unici che vogliono sono i militari italiani, sono quelli che sanno meglio integrarsi”.
Per questo, ha sottolineato il vice premier, “dico che l’Italia ha un grande ruolo da svolgere, proprio perché c’è voglia di Italia. Noi non dobbiamo consentire che le popolazioni africane mitizzino la figura di Putin come alternativa al colonialismo. Durante le manifestazioni in Niger qualche mese fa, innalzavano la bandiera russa e l’immagine di Putin solo perché ce l’avevano con il vecchio colonialismo francese. Ma non è che se arrivano i russi, i cinesi la situazione migliora. L’unica strada è quella della cooperazione italiana, noi stiamo lavorando tanto soprattutto in agricoltura: lì c’è il grande tema dell’acqua, che dovrebbe diventare uno dei pilastri. E’ un tema fondamentale per il continente africano e per tutti noi, se ne parla ahimè troppo poco. L’acqua serve per l’energia, per l’agricoltura, anche per il nucleare: guardando la Cina dovremmo accelerare i tempi. E’ un bene che purtroppo noi disperdiamo e per insegnarlo bene agli africani dovremmo impararlo bene noi. Ci sono moltissime cose da fare e dobbiamo far capire che il nostro saper fare può essere utile per la crescita di quel continente. Penso anche che si debbano aumentare i numeri degli studenti africani che studiano in Italia: l’Università per stranieri di Perugia sta facendo un lavoro eccellente, però forse ne servono di più”.