Proximity Care, la tecnologia a supporto del sistema sanitario – askanews.it

Proximity Care, la tecnologia a supporto del sistema sanitario

Il laboratorio sperimentale territoriale come driver di sviluppo
Ago 22, 2024
Rimini, 22 ago. (askanews) – Riportare il cittadino al centro del sistema e dell’assistenza sanitaria. Nel corso del Talk 2024 della Fondazione per la Sussidiarietà, tenutosi nel corso del Rimini Meeting, si è affrontato il tema guardando agli aspetti più concreti, come la cura degli anziani, gli asili nido e l’accoglienza. Partendo dal presupposto che il welfare è alla base dello sviluppo integrale di un Paese, è stato delineato il concetto chiave di “prossimità al cittadino”, ossia la capacità di garantire in ogni parte del territorio, e soprattutto nelle zone maggiormente remote e lontane dai centri di assistenza, la possibilità di usufruire di un sistema di welfare di eccellenza, grazie ad azioni di innovazione tecnologica, organizzativa e clinica.

Il progetto “Proximity Care”, promosso dalla Scuola Sant’Anna e da Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in collaborazione con Regione Toscana, ASL Toscana Nord Ovest, Fondazione Monasterio, i Comuni di Garfagnana, Media Valle e Alta Versilia in provincia di Lucca, è stato presentato dalla rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna Sabina Nuti, durante il Meeting di Rimini: “Si tratta di un progetto importante per noi; è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ed ha come obiettivo quello di promuovere un patto tra la ricerca e le aree interne per sostenere stili di vita ed interventi socio-sanitari all’avanguardia in termini di innovazione organizzativa ed innovazione tecnologica. In questo modo tutti gli interlocutori di un territorio possono diventare responsabili del livello di salute della popolazione”.

Il welfare universalistico, con servizi sanitari, assistenza ai più fragili e ai bisognosi, istruzione per tutti, a prescindere dal reddito, non riesce più a garantire una risposta di qualità ai bisogni dei cittadini.

Ad affrontare la crisi del sistema è stato Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà: “A causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’indebitamento del Paese, a breve non avremo più risorse. Bisogna cambiare diversificando il grado di assistenza; ci sono, ad esempio, anziani autosufficienti che possono essere aiutati in famiglia. Allo stesso tempo, però, è necessario garantire assistenza agli anziani non autosufficienti. Per raggiungere quest’obiettivo è necessario cambiare il metodo e, di conseguenza, instaurare finalmente una collaborazione tra pubblico, privato e sociale”.

Innovazione organizzativa e tecnologica, attenzione alla centralità del paziente e multidisciplinarietà nell’approccio sono elementi che qualificano l’azione progettuale. L’obiettivo è cambiare paradigma nell’approccio al welfare: lo “stare bene qui”, il vivere di più e vivere meglio.