Beethoven al Museo Etrusco a Villa Giulia per Incontri con la Musica – askanews.it

Beethoven al Museo Etrusco a Villa Giulia per Incontri con la Musica

Dal 3 al 7 settembre il festival organizzato dal collettivo Promu
Ago 21, 2024

Roma, 21 ago. (askanews) – Nel cortile rinascimentale di Villa Giulia, residenza suburbana di Papa Giulio III e capolavoro del manierismo romano di metà ‘500, oggi sede del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e custode della più importante raccolta etrusca al mondo, il pubblico potrà assistere dal 3 al 7 settembre a cinque concerti preziosi quanto il luogo che li ospita.

Come ogni anno Villa Giulia disegna un percorso conoscitivo tra musica e parola, dedicato a capisaldi della cultura musicale mondiale, quest’anno Ludwig van Beethoven: ogni concerto verrà infatti introdotto alle 20.15 da un breve ma denso dialogo tra il compositore e divulgatore Francesco Antonioni e cinque personalità della cultura italiana, e dopo i concerti il Museo rimarrà aperto al pubblico fino alle 23.30, per una suggestiva visita notturna delle collezioni.

Inoltre, quest’anno la consolidata abitudine di concerti cameristici con artisti di livello internazionale, come il Trio di Parma, il violinista virtuoso e direttore d’orchestra Sergei Krilov, il pianista – già collaboratore di Kavakos – Enrico Pace, verranno ampliati con la presenza in chiusura di un concerto sinfonico grazie all’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro guidata dal direttore italo-russo Sieva Borzak.

Dopo Schubert e Mozart la kermesse sarà dedicata ad un pilastro della cultura musicale mondiale, in questo caso Beethoven, il quale verrà rappresentato non solo attraverso le sue opere, dalle più rare alle più conosciute, ma anche attraverso il rapporto con il suo milieu culturale, gli epigoni e – ad esempio nella serata del 5 settembre con Krylov al violino e Beatrice Magnani al pianoforte – con il lavoro del violinista e compositore austriaco Fritz Kreisler che a cavallo fra ‘800 e ‘900 scrisse tre cadenze per il concerto per violino op. 61 del genio di Bonn.

Si partirà dunque da un primo concerto ove il celebre Trio di Parma, con al violoncello Enrico Bronzi, eseguirà le rare “Variazioni Kadaku”, opera giovanile sul Lied settecentesco “Ich bin der Schneider Kadaku” (Io sono il sarto Kadaku), rivisto e pubblicato in tarda età da Beethoven, per chiudere con “L’Arciduca”, dedicato all’allievo e mecenate Rodolfo D’Asburgo, opera monumento della maturità espressiva beethoveniana.

Anche il programma del pianista Enrico Pace ripercorrerà il Beethoven più celebre, con la grande sonata “Waldstein”, accostandola a brani meno noti come la “Fantasia” dall’arcaico sapore settecentesco o il Beethoven miniaturista delle “Bagatelle”. E così il Quartetto Mirus, che al grande di Bonn associa il giovane Mendelssohn proprio nel momento in cui egli si confronta con la pesante eredità beethoveniana. Più curioso l’abbinamento scelto per l’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro, dove l’apertura con l’Ouverture del “Barbiere” non è solo un omaggio all’identità della nota compagine orchestrale, bensì raccoglie l’aneddoto reso noto da Wagner nel 1860 secondo cui Rossini avrebbe incontrato a Vienna Beethoven vecchio e malato nel 1822, ricevendone lodi proprio per questa opera buffa. Segue dunque una pagina orchestrale tra le più trascurate di Beethoven: l’allegra, spigliata e indubbiamente neoclassica ouverture dal balletto mitologico viennese “Le Creature di Prometeo”, per chiudere infine con la celeberrima Sinfonia N.7, considerata unanimemente una delle più belle mai scritte.

“Villa Giulia si prepara ad accogliere per la quarta edizione una nuova rassegna concertistica di altissimo livello che ci riporta allo spirito artistico e musicale della tradizione classica”, afferma la direttrice del Museo, Luana Toniolo. “Vogliamo rendere nuovamente Villa Giulia un luogo culturalmente vivo, aperto alle molteplici forme e declinazioni delle arti che qui possono trovare stimolo ed espressione”. Rinnovata dunque la collaborazione con il collettivo Promu – All For Music, fondato da Alessandro Muller, Enrico Loprevite e Luca Pacetti, che ha saputo leggere la modernità del Museo, elevandolo nuovamente a sede privilegiata di incontro fra le arti.