AI nelle aziende, un problema se non comunicano in modo diretto – askanews.it

AI nelle aziende, un problema se non comunicano in modo diretto

Le rislessioni di Marco Lutzu
Ago 20, 2024
Roma, 20 ago – (askanews) Secondo gli esperti, tra questi Marco Lutzu, quando si parla di intelligenza artificiale (AI) e alle competenze ad essa connesse, nell’immaginario collettivo si pensa a dei cervelloni capaci di fare calcoli complicatissimi in poco tempo, ma questa è solo la punta dell’iceberg, alla base c’è la comunicazione, più specificatamente, quella che nel mondo del marketing viene chiamata copywriting.

“Quando si comunica per iscritto in modo scorretto e non diretto con un collaboratore, un cliente o il datore di lavoro, la reazione sarà spesso diversa dalle aspettative portando a reazioni o decisioni sbagliate. Lo stesso accade “parlando” con un’AI: un prompt scritto in modo errato o poco chiaro può generare risultati inaspettati o sbagliati, noti nel gergo tecnico come allucinazioni” né è certo Marco Lutzu imprenditore ed esperto di copywriting.

La comunicazione è sempre stata uno degli strumenti più potenti in ogni ambito, ma in questo momento di grande evoluzione tecnologica, diventa un pilastro fondamentale. Già a fine 2023 uno studio fatto da Ernst & Young in collaborazione con SWG S.p.a. dimostrava come la comunicazione corporate era elemento cruciale per la trasformazione aziendale in Italia e che l’intelligenza artificiale era vista con grande fiducia, ma solo una minoranza delle aziende la utilizzava in modo strutturato e che il settore della comunicazione avrebbe richiesto competenze sempre più evolute.

Le aziende devono quindi temere l’AI o il modo di comunicare con essa? “La risposta – continua Lutzu – risiede nell’approccio alla comunicazione. L’AI rappresenta una risorsa straordinaria, ma solo se utilizzata correttamente. Le aziende, per rimanere competitive e virtuose, devono imparare a interagire efficacemente con questi sistemi avanzati, evitando incomprensioni che potrebbero costare caro in termini di tempo e risorse. Oggi con questi strumenti è finalmente possibile anche per il piccolo imprenditore implementare delle strategie di marketing che prima gli erano precluse a causa dei costi troppo alti che un reparto marketing completo avrebbe comportato.”

Quello che si comprende è che l’evoluzione tecnologia non è legata solo alla scrittura del codice di programmazione ma, in gran parte, anche alle soft skills e alla capacità di sintassi. “L’approccio alla comunicazione e al marketing in generale, deve trasformarsi – dice Lutzu – non basta più informare, bisogna risolvere. Oggi diventa un obbligo per tutte le attività, dalla più piccola alla più grande, di saper spiegare in una frase di poche parole, come risolvo il problema del cliente. Siamo nell’era della scarsa attenzione e per rimanere sul mercato bisogna essere chiari, diretti ed esaustivi immediatamente. Al contrario il rischio è di essere spazzati via dal mercato come già successo per alcune realtà con l’avvento di internet prima, dei social e dei negozi online poi. L’intelligenza artificiale è solo il prossimo passo.”

E’ facile comprendere che ogni cambiamento all’inizio, viene percepito come un pericolo, ma poi con il tempo se ne apprezzano la comodità e la velocità. “È stato così con l’invenzione della prima automobile, del primo treno e anche delle email. Lo stesso destino attende l’intelligenza artificiale. L’AI non è un nemico, ma un alleato potente, a patto che si sappia come interagirci. La chiave è una comunicazione diretta e chiara. Utilizzare l’AI senza comprenderne i principi base di comunicazione e marketing, non solo diventa controproducente ma anche un fallimento aziendale.”