Roma, 12 ago. (askanews) – “Noi siamo sempre stati chiari sul punto. Sosteniamo l’Ucraina senza se e senza ma, possiamo comprendere la loro volontà di difendersi anche contrattaccando, ma non siamo in guerra con la Russia. Le armi che abbiamo fornito non possono essere usate per attaccare la Russia sul suo territorio”: lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista al Corriere della Sera.
Proprio riguardo a tali restrizioni, che ieri il presidente ucraino, Volodymr Zelensky, ha chiesto che vengano “eliminate”, Tajani ha spiegato che se ne parlerà “ufficialmente con il ministro ucraino Kuleba a fine mese al Consiglio per gli Affari esteri Ue” per cui “chiederemo chiarimenti e valuteremo come agire”, anche se “sicuramente non manderemo i nostri soldati a combattere e invitiamo tutti alla massima prudenza”.
Il titolare della Farnesina si trova in visita in Svizzera dove discuterà con l’omologo Ignazio Cassis anche “della conferenza di pace per risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina”.
“Concorderemo di rimanere in stretto contatto al fine di cooperare per creare le migliori condizioni possibili per un secondo vertice sulla pace che veda la partecipazione delle parti, inclusa la Russia, e di tutti gli attori globali interessati – ha sottolineato Tajani – e inviteremo tutti gli attori internazionali a non lesinare gli sforzi per giungere a una piattaforma negoziale condivisa, basata sul rispetto del diritto internazionale e sui principi di integrità territoriale e indipendenza degli Stati, sanciti nella Carta Onu, considerando anche le proposte sinora da più parti avanzate per porre termine al conflitto”.