Milano, 5 ago. (askanews) – Continua fino al 22 agosto il V Festival dei Monti Azzurri, “Chiese e musei bruciano. Di arte e bellezza”, organizzato dall’Unione Montana Monti Azzurri con il patrocinio del Consiglio Regionale delle Marche. L’evento, curato dall’architetto Sandro Polci, offre un ricco programma di appuntamenti con arte, cultura, musica, spiritualità e cammini nei borghi collinari marchigiani, che Giacomo Leopardi definì “monti azzurri”. Il Festival si svolge nei borghi dei Sibillini in provincia di Macerata: Penna San Giovanni, Gualdo, Belforte del Chienti, Tolentino, Loro Piceno, Cessapalombo, Monte San Martino, Caldarola, Colmurano, Sant’Angelo in Pontano e Ripe San Ginesio.
Sandro Polci, ideatore del Festival, dichiara che il tema è stato scelto dall’Unione Montana per il quinto anno, “per poter ragionare insieme sulle ricchezze che guardiamo con uno sguardo blasé, abitudinario, che non riesce a dare valore a cose che a volte sono eccezionali o comunque sempre molto condivise e dunque parte della nostra storia. Non è una nostalgia – continua Polci – è una modalità per creare futuro e capire quali sono le nostre radici profonde per far svettare meglio le foglie e i nostri rami. Nei borghi si fa fatica per molte cose, ma per una cosa sicuramente non faremo mai fatica: la modalità dello stare insieme e la possibilità di futuro che sapremo creare in maniera coesa. E così venire al Festival significa sentire il suono d’arpa fuori dalle mura dei cimiteri come se fosse il gelsomino che non lo vediamo, ma lo percepiamo. E così Giovanni Allevi, amico del Festival, a cui è stato conferito il premio ‘Paesaggi di pace 2024’. E poi cinema in piazza con l’iniziativa ‘porta la sedia’, come accadeva tanti e tanti anni fa, per vedere un film. In questo caso sarà proiettato ‘Zamora’, l’ultima opera di Neri Marcorè, caro amico del Festival. E poi ancora un musical su San Francesco, ‘Fra’, interpretato da Giovanni Scifoni. E poi ancora Cammini con asini ad orecchie dritte. E infine una riflessione sulla guerra in un museo praticamente sconosciuto che conserva enormi memorie in materia. Venite, vi aspettiamo e buon cammino a tutti”.
Nel corso del Festival si affrontano, con delicatezza e ironia, temi ed emozioni molto antiche o di un futuro prossimo, che vanno dalla “preghiera-concerto velato” delle Monache di clausura, alle potenzialità dell’intelligenza artificiale nei fragili borghi; dai ricordi laceranti di due guerre mondiali al sentire intimo delle lettere dal fronte; dal cammino in saio, tonaca o per trekking nei sentieri, all’ultima fatica editoriale di un giovane e promettente scrittore.