Tiarat, 3 ago. (askanews) – Parla il padre di Imane Khelif: l’ho allevata perché fosse coraggiosa e decisa, dice dalla sua casa di Tiarat in Algeria accanto ai suoi altri figli. Omar Khelif segue da lontano il percorso della figlia pugile alle Olimpiadi di Parigi, dove il suo match con l’italiana Angela Carini ha scatenato una polemica infinita sportiva e soprattutto politica con l’accusa per l’algerina di essere troppo forte cioè troppo mascolina; molti giornali l’hanno addirittura accusata di essere un uomo sotto mentite spoglie.
Ma il padre non parla della sua condizione medica, che le farebbe avere livelli fuori norma di testosterone.
“Mia figlia è una ragazza, è stata allevata come ragazza, l’ho allevata perché lavorasse duro e fosse coraggiosa. La rivale italiana è stata incapace di batterla perché mia figlia era più forte e lei meno brava” dice.
Politica e spirito di rivalsa giocano anche sul fronte algerino. Nella palestra dove Imane Khelif cominciò ad allenarsi, il Club per la Difesa Civile e lo sport, sono tutti con lei.
“Le auguriamo il meglio, è l’atleta che ci fa sentire orgogliosi” dice la diciassettenne Zohra Chourouk, “è il nostro modello, non dimentichiamo che è partita da qui”.
Abdelkader Bezaiz, allenatore del club, le manda un messaggio: “non deve preoccuparsi di queste critiche sui social, è chiaro che vogliono solo confonderla e farle scordare perché è lì alle Olimpiadi”.
E il padre conclude, “Imane è un esempio di femminilità algerina, è una eroina, se piace a Dio ci farà vincere l’oro e innalzare la bandiera algerina a Parigi, è lo scopo che ci siamo posti dall’inizio”.