Attacchi a musulmani a Southport, l’esperto: disinformazione cruciale – askanews.it

Attacchi a musulmani a Southport, l’esperto: disinformazione cruciale

Voci false sull’identità dell’aggressore hanno provocato le violenze
Ago 2, 2024
Roma, 2 ago. (askanews) – Milo Comerford, direttore delle politiche e della ricerca per contrastare l’estremismo presso l’Institute for Strategic Dialogue, ha dichiarato ad Afp che la disinformazione è stato un importante catalizzatore delle violenti proteste avvenute nel Regno Unito, alimentate da un “odio di estrema destra”, secondo il governo, dopo che un 17enne ha accoltellato delle bambine, tre delle quali sono morte, durante un evento a Southport, nel nord-ovest dell’Inghilterra.

Circa 200-300 persone, secondo la polizia sostenitori del movimento di estrema destra anti-islamico English Defense League (EDL), hanno partecipato agli scontri a Southport, dopo che online erano circolate voci false e speculazioni sulla religione, identità e provenienza dell’autore dell’aggresione.

“Abbiamo assistito a una mobilitazione di estrema destra quasi subito dopo gli attacchi a Southport e abbiamo iniziato a vedere che circolava della disinformazione, in base alla quale l’aggressore era di origine musulmana, era su una lista di osservazione dei servizi di sicurezza ed era un migrante illegale. E molto velocemente abbiamo visto la mobilitazione online di odio anti-musulmano e anti-migranti, anche sostenuta da attori di estrema destra”.

“Penso sia chiaro che esiste una relazione tra la disinformazione seguita all’attacco di Southport e le violente proteste e rivolte che abbiamo visto diffondersi in tutto il Paese. Abbiamo visto circolare molto rapidamente un nome falso dell’aggressore e utilizzarlo per giustificare gli attacchi contro musulmani e migranti. E questo è stato davvero alla base di molta agitazione e rabbia che hanno scatenato le rivolte. Quindi penso che in questo caso ci sia un collegamento diretto tra la disponibilità di questo tipo di materiale sulle piattaforme dei social media, la sua amplificazione, anche nei feed di diversi utenti”.

“Di certo (la disinformazione) è riuscita a catalizzare un’enorme quantità di rabbia online, diretta in particolare contro le comunità musulmane e i migranti, sulla base di false informazioni sull’aggressore. E questo è apparso sicuramente come un importante catalizzatore della violenza offline.”