“Le terrazze romane – spiega la direttrice della manifestazione Laura Calderoni non sono solo spazi in quota, ma veri e propri “affacci” sulla storia, luoghi da cui è possibile scoprire la stratigrafia di Roma tra passato e presente in una cornice architettonica unica. Roma è la città dei colli e la visione dall’alto fa parte del suo DNA, della sua storia, del suo fascino. Le terrazze ci offrono l’opportunità di godere di una visione unica della città e con il “Festival delle Terrazze” vogliamo valorizzarle trasformandoli in spazi di socialità, contemplazione e riflessione, riscoprendo la loro importanza e il loro fascino senza tempo”.
Protagonista del festival sarà la Terrazza dei Laboratori dei Cerchi del Teatro dell’Opera al Circo Massimo. Il percorso inizia nel laboratorio di pittura del Teatro, situato in un edificio degli anni ’30 progettato da Busiri Vici e conduce alla terrazza con vista sul Circo Massimo e il Palatino. Nei laboratori scenografie e installazioni ridisegneranno la terrazza e la navata ispirandosi al tema del “selvatico”, che sfida il concetto di natura con visioni e rappresentazioni contraddittorie.
L’interno offrirà l’occasione di ammirare il lavoro dei pittori di scenografia, mentre l’esterno sulla terrazza presenterà l’adattamento di una scenografia storica de La sagra della primavera di Stravinskij, con live painting delle maestranze dei laboratori del Teatro dell’Opera e degli studenti dell’Accademia di Belle Arti. Il fondale steso sul pavimento della terrazza trasformerà la copertura in un giardino pensile e l’installazione A radical bend, a cura degli architetti Luigi Castelli Gattinara e Davide Paterna, tesserà una scultura effimera nell’aria con centinaia di fili rossi che evocano il complesso intreccio di radici e interazioni vitali che si cela nel sottosuolo.
Nel corso della settimana del Festival sarà possibile visitare anche altre location: la terrazza del Palazzo FAO, che unisce la bellezza del paesaggio ai temi della sostenibilità alimentare; la terrazza del Mausoleo di Romolo al Casale Torlonia , in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina, che includerà l’accesso al Mausoleo, al Casale Torlonia e al Complesso di Massenzio con la nuova illuminazione notturna e vedrà partecipare anche ragazzi con disturbi cognitivi accompagnati da Martina Isernia dell’Associazione Fateci Posto; la terrazza e Palazzo Rhinoceros, progettato da Jean Nouvel per Alda Fendi, illuminata da Vittorio Storaro; la terrazza della Fondazione Scelsi, in cui sarà proposto un percorso multisensoriale, a cura di Laura Calderoni con il sound artist Leonardo Zaccone e l’aromatario Andrea Graziani, con suoni, odori, tattilità e vista per un’esperienza sensoriale completa; la terrazza di Palazzo Mazzoni (ex Convitto Locchi), ora di proprietà dell’INPS, che offrirà una vista sulla parte orientale della Garbatella; la terrazza del Liceo Avogadro, con una visita astronomica serale con telescopi; la terrazza del Palazzo INAIL, una scoperta delle bellezze architettoniche dell’edificio fino alla terrazza con altana affacciata su Piazza Venezia; la terrazza di Palazzo Wedekind, sede dell’INPS, con affaccio su Piazza Colonna, punto di partenza per un racconto della Roma contemporanea e delle sue origini. Infine, la terrazza della Scuola “Trento e Trieste”, dove troverà spazio “Sferocchi e Astrocupole”, un’installazione audiovisuale ispirata al cosmo realizzata dall’artista Stanislao Cantono di Ceva e da Piano B Architetti Associati (Gaia Maria Lombardo e Giorgio Pasqualini), con il sound design di Stanislao Cantono di Ceva e Giorgia Dal Bianco, che propone un suggestivo paesaggio fatto di pianeti sonori fluttuanti, animati e interattivi. Il confronto costante fra i globi luminosi e le mezze sfere delle cupole delle chiese circostanti darà al visitatore la sensazione che il paesaggio “cosmico” si estenda al di fuori dei confini della terrazza. Il Festival ha un’attenzione particolare all’accessibilità con visite in LIS (lingua dei segni), laboratori e audioguide per persone cieche e pannelli in “Easy to read”, un testo semplificato che rende le informazioni comprensibili a persone con disturbi cognitivi e in generale a un pubblico più ampio.
Infine i laboratori dedicati ai più piccoli: “Architetture cosmiche” e “Una città chiamata Foresta” a cura di ABACA – architettura per bambini.