Contact center: marcia indietro a tempo di record di SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL sullo sciopero – askanews.it

Contact center: marcia indietro a tempo di record di SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL sullo sciopero

Sbagliati tempi e modi della proclamazione
Lug 31, 2024
Roma, 31 lug. – La Commissione di Garanzia per il diritto alla sciopero ha accolto le tesi di Assocontact, Associazione nazionale di riferimento dei Business Process Outsourcer, fatte pervenire ieri a fronte della proclamazione dello stato di agitazione da parte di SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL.

Le sigle sindacali avevano infatti proclamato una serie di scioperi tra il 31 luglio e il 3 agosto senza rispettare le procedure di legge, che prevedono il rispetto di tempi di comunicazione congrui e l’iter di raffreddamento e conciliazione obbligatori per quelle attività giudicate servizi essenziali, dimostrando così di sottovalutare drammaticamente il ruolo dei professionisti del customer management, che loro stessi dichiarano di voler rappresentare e tutelare.

La Commissione di fatto riafferma quanto già era emerso nel DPCM di marzo 2020, quando all’inizio del lockdown pandemico i Call e i Contact Center vennero inseriti tra i servizi essenziali obbligati a restare aperti, contribuendo a far emergere il ruolo che rivestono nella società e nell’economia del Paese.

Servizi a supporto della connettività fissa e mobile di cittadini e imprese, a supporto dell’erogazione di energia elettrica, gas e acqua; servizi per gli ospedali e i CUP, per il trasporto pubblico e per i servizi aerei e aeroportuali; servizi per le pubbliche amministrazioni, ma anche per le banche e le assicurazioni fino a cose semplici ma fondamentali per la vita quotidiana di ogni persona, specialmente di quelle fragili o anziane: l’assistenza alle caldaie e ai sistemi di aria condizionata, alla mobilità ridotta e assistita, alla spesa gestita online; il supporto agli automobilisti in caso di panne o emergenza.

“Non è in discussione la sacrosanta libertà delle lavoratrici e dei lavoratori di scioperare – afferma il Presidente di Assocontact Lelio Borgherese – ma le modalità con cui le sigle sindacali ritengono di poter disporre di un diritto per contrastarne un altro – quello delle aziende che oggi si stanno battendo per esercitare la libertà contrattuale sancita dalla Costituzione. Tra le motivazioni dello sciopero, infatti, emerge la preoccupazione dei sindacati per il peggioramento del trattamento economico a cui sarebbero esposti i dipendenti dei Call e Contact Center se e quando si dovesse arrivare alla definizione di una nuova regolamentazione contrattuale per il settore, a loro invisa. Senza entrare nel merito della questione, la Commissione ha comunque voluto fermare sul nascere un’iniziativa maldestra e pericolosa per tutti i cittadini italiani. Urge arrivare a una normativa e a un contratto collettivo specifici per il settore e che tutelino tutti: lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, aziende e committenti. Del resto, Assocontact si è distinta negli ultimi anni sempre e solo per azioni di sintesi e di sistema; questa è la strada che continueremo a percorrere.”