Milano, 19 lug. (askanews) – “Si sono resi necessari dei correttivi al concordato preventivo biennale perché, nella sua prima versione, non era appetibile per i contribuenti”. Con queste parole il senatore leghista e presidente Commissione Finanze a Palazzo Madama, Massimo Garavaglia, ha introdotto il suo intervento, da remoto, al Forum “Fisco: lavori in corso per una riforma a misura di contribuente”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
Garavaglia ha apprezzato il confronto avviato da tempo con i commercialisti, affermando che ci sono margini per le loro richieste di concerto con Governo, Ragioneria dello Stato e Mef. “C’è apertura per le osservazioni dei professionisti in materia di concordato, ma era fondamentale che lo strumento andasse a regime”, ha sottolineato il senatore.
Nel corso del Forum della Cnpr il presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, presidente Marco Cuchel, ha risposto alle parole di Garavaglia apprezzando il lavoro svolto nel corso delle audizioni in Senato, senza però risparmiare critiche e riaffermando le posizioni già espresse dai professionisti.
“Il giudizio sul nuovo concordato preventivo biennale hm1398bw tecnicamente non è, purtroppo, un giudizio positivo – ha detto Cuchel – E’ uno strumento che si basa su strumenti statistici induttivi, quando invece dovrebbe basarsi sulla capacità contributiva dei contribuenti, così come recita l’articolo 53 della Costituzione. Se pensiamo anche che l’imprenditore deve poi scommette sui successivi due anni di attività, quando oggi non si riesce a programmare su un avvistamento a sei mesi a causa dell’inflazione e dell’incertezza economica del Paese. Evidenziamo poi la mancanza di una serie di tutele. Quindi ci auguriamo che veramente il legislatore possa mettere mano seriamente all’istituto del concordato preventivo biennale per renderlo, davvero più appetibile”.
Nel corso del dibatto il senatore Gravaglia ha ricordato le tre condizioni vengono portate avanti per dare maggiore appeal al nuovo ‘strumento’: flat tax incrementale sulla base dell’indice di affidabilità delle aziende; semplificazione che porta l’avviso bonario da 30 a 60 giorni; e la possibilità per chi aderisce al ‘concordato’ di vedere spalmate le imposte nell’anno successivo, invece, di pagare l’acconto. “Dobbiamo arrivare al pagamento delle tasse nel corso dell’esercizio cui si riferiscono e non prima”, ha detto Garavaglia.
“Sul redditometro si è trovato un punto di equilibrio importante sull’attività dell’Agenzia delle Entrate, che va fatta in maniera corretta – ha poi aggiunto il presidente della Commissione Finanze – Dove si riscontrano difformità lì si pone l’attenzione. Non più strumento invasivo che crea distorsioni, ma sistema di analisi puntuali sulle difformità con controlli specifici”.