Roma, 16 lug. (askanews) – Presentata a Roma la sedicesima edizione del rapporto annuale sull’innovazione energetica realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com). Nel 2022 i brevetti nel mondo sono stati poco meno di 1,8 milioni, in flessione del 3,6% rispetto al 2021. La Cina continua ad essere la protagonista assoluta con il 44,4% dei brevetti mondiali, mentre perdono quota tutti i Paesi europei. L’Italia, con 197 brevetti depositati in campo elettrico e 85 nella mobilità sostenibile, mostra una contrazione del 6,6% rispetto al 2021. In Europa il mercato del battery storage è cresciuto del 94% nel 2023. Il Paese che sta investendo maggiormente nel settore è la Germania, che nel 2023 ha installato 5,9 GWh (+156,5%), seguita da Italia (+73,9%) e Regno Unito (+56,5%). Cresce nella Penisola la domanda di competenze green, richieste ormai dal 75% dei lavori ma solo uno studente su quattro possiede livelli basilari di conoscenze sulla sostenibilità ambientale. Fra il 2013 e il 2023 il numero di laureati STEMA è aumentato di un solo punto percentuale, mentre le discipline “verdi” hanno registrato un +8% a fronte di un incremento dei laureati totali del 25%. A dicembre 2023 in Italia erano registrate 13.393 start-up innovative, di cui 2.031 nel settore energetico. Il Nord Italia ne ospita il 54,6%, mentre meno della metà si distribuisce tra Centro e Sud.
Lo studio – dal titolo “L’innovazione strada maestra per sostenibilità e transizione” – è stato presentato oggi a Roma nel corso di un convegno pubblico al quale hanno preso parte oltre 50 relatori tra accademici, esperti e rappresentanti delle istituzioni, della politica, del mondo imprenditoriale e associativo. Il rapporto è stato curato dal direttore Area Sostenibilità I-Com Antonio Sileo, sviluppato in partnership con A2A, Acea, Acquirente Unico, Assogasmetano, Elettricità Futura, Enel, Eni, Federchimica – Assogasliquidi, Gruppo Hera, Proxigas, RWE, Terna, Utilitalia e con la media partnership di Quotidiano Nazionale e QN Economia. Nella videointervista il commento di Antonio Sileo.