Milano, 16 lug. (askanews) – La crescita di Carlsberg in Italia passa da un impegno pionieristico per la sostenibilità, documentato in un Esg report che quest’anno è giunto alla tredicesima edizione. Un impegno che si è evoluto nel tempo e non è arretrato anche in contesti economicamente difficili, come il 2023, funestato da inflazione e instabilità geopolitica. Ne abbiamo parlato con Serena Savoca, marketing and corporate affairs director di Carlsberg Italia.
“Carlsberg Italia nel 2023 si è confermato il terzo produttore di birra sul mercato: abbiamo prodotto più di 1 milione e 100mila ettolitri nel nostro birrificio di Induno Olona prevalentemente – ci ha raccontato Serena Savoca – Il totale del mercato birra nel 2023 ha sofferto sicuramente. Ovviamente anche noi abbiamo pagato il nostro scotto però come dicevo abbiamo iniziato a vedere dei segnali positivi specialmente sul mondo horeca e questo si sta confermando anche su quest’anno. La ripresa è ancora lenta ma vediamo dei bei segnali”.
Nel 2023, che si è chiuso con un fatturato in crescita del 7%, Carlsberg ha calcolato di aver generato un impatto positivo nel nostro Paese attraverso la creazione di oltre 6.000 posti di lavoro. Numeri che vanno di pari passo ai risultati raggiunti sul fronte della sostenibilità a partire dal 2015, anno di riferimento. “Sulla parte di emissioni di CO2 sono state ridotte del 38%, sulla parte di sprechi di acqua del 36% e sulla parte dell’utilizzo del gas metano del 30% – ha sottolineato – sono stati fatti dei passi in avanti significativi e tutto questo grazie a un presidio costante anche delle nostre attività su tutta la catena del valore, ma certamente come fulcro sul nostro birrificio di Induno Olona”.
Quello passato, oltretutto, è stato l’anno in cui la strategia Esg di Carlsberg si è ulteriormente ampliata: Together towards Zero & Beyond ai quattro pilastri di zero emissioni di CO2, spreco d’acqua, consumo irresponsabile e incidenti sul lavoro ha aggiunto due nuovi zeri sulla impronta agricola e sui rifiuti da imballaggi. In ambito agricolo è centrale la collaborazione partita nel 2019 con Italian Hops Company, start up modenese che produce e commercializza luppolo: lo scorso anno Carlsberg ha incrementato l’utilizzo della materia prima italiana passando al 17% dal 12 del 2022
“Dal 2019 abbiamo iniziato a comprare una delle loro varietà di luppolo Cascade, coltivato in Italia, e abbiamo iniziato a inserirlo sulla nostra Quattro luppoli, quindi sulla nostra lager, e poi da lì l’anno scorso abbiamo scelto di ampliare l’utilizzo di questa varietà di luppolo a tutte le nostre birre – ha proseguito Savoca – A oggi, all’interno di tutte le nostre varietà di birra del birrificio Angelo Poretti, c’è una varietà di luppolo coltivata in Italia”.
Sul fronte della riduzione dei rifiuti da imballaggi, invece, un ruolo da protagonista lo gioca il sistema di spillatura proprietario, introdotto nel 2009 in Italia come Paese pilota. “Il cardine della nostra strategia sul packaging è il nostro sistema di spillatura DraughtMaster. Questa tecnologia ci consente non solo di garantire al consumatore e al cliente qualità migliore della birra rispetto al tradizionale fusto in acciaio, ma anche di fare un lavoro di maggiore valore per il punto vendita e sicuramente c’è un coté ambientale molto importante perché questa a oggi è la tecnologia più sostenibile di spillatura sul mercato della birra”.
Un sistema diventato circolare con il progetto “Take Back- Give Back” che ha visto trasformare il Pet dei fusti esausti in arredi urbani donati alla città di Milano. Una iniziativa che ha consentito la raccolta di oltre 3,6 tonnellare di plastica.