Roma, 16 lug. (askanews) – “Sul rilancio delle aree interne l’Europa dia un segnale netto entro l’anno. Al Consiglio Agrifish chiediamo un cambio di passo decisivo rispetto al processo di semplificazione, digitalizzazione e sviluppo di servizi e infrastrutture fondamentali per la tenuta e la crescita delle zone rurali Ue”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che guarda con interesse al dibattito in materia ripreso ieri dai ministri dell’Agricoltura riuniti a Bruxelles e che, in questa settimana di prime nomine, auspica rinnovata centralità per il settore da tutte le istituzioni Ue.
“Bene che l’Europa torni subito a confrontarsi sul futuro dei nostri borghi – commenta oggi Fini – Altrettanto importante resta che stringa sugli obiettivi, snellendo dove possibile le procedure, accelerando sulle misure e le risorse per realizzare i progetti su cui concordiamo tutti da tempo, a partire dal ricambio generazionale nei campi”.
Secondo Cia, infatti, il circolo virtuoso per un’Europa migliore deve mettere al primo posto le aree interne, che sono l’80% del territorio complessivo, ma che ospitano solo il 30% della popolazione, e la vocazione agricola che le connota e le sostiene.
“Nei fatti, si dimentica troppo facilmente – aggiunge Fini – quanto il comparto agricolo sia cruciale, soprattutto in questi zone a rischio spopolamento, contro il dissesto idrogeologico e nella tutela dell’ambiente, per la sicurezza alimentare e la salvaguardia del patrimonio culturale, che deve tutto alle comunità che resistono e ancora investono dove è sempre più difficile farlo, per l’inadeguatezza delle reti fisiche e digitali, come dei servizi essenziali”.
I giovani, il motore per riavviare economia e sviluppo, ma non senza le giuste risorse e le mirate valutazioni rispetto alle politiche più in linea con le esigenze di ciascun Paese. “Ci auguriamo venga preservato il budget dell’ultima programmazione, sapendo già che serviranno ancora più finanziamenti – precisa e conclude Fini – Ben venga l’input per una Pac integrata, con altri fondi Ue a disposizione. Abbiamo sentito parlare negli anni di patto rurale e piano d’azione, si faccia sintesi sugli interventi che devono risposte a quasi 140 milioni di cittadini, quelli delle zone rurali europee”.