Roma, 10 lug. (askanews) – Dopo la vittoria del David di Donatello per la sua interpretazione in “Settembre” e la candidatura per “Rapito” di Bellocchio Barbara Ronchi si sta sempre più affermando come una delle grandi protagoniste del cinema italiano. Dall’11 luglio arriva nei cinema il suo ultimo film, “Non riattaccare”, una prova intensa, di cui è protagonista unica, quasi sempre ripresa in primo piano. Il film di Manfredi Lucibello racconta un viaggio in auto, lungo una notte, mentre il mondo è fermo a causa del lock down. In piena notte, infatti, in casa della protagonista squilla il telefono: è il suo ex, probabilmente sull’orlo di un suicidio. Lei parte, nel buio, in una città spettrale, cercando di tenerlo sveglio e raggiungerlo in tempo.
“Io credo che Irene parta per andare da lui ma non per salvarlo, io penso che lei voglia tenerlo ancorato alla vita, però anche lei sta cercando un motivo per rimanere ancorata alla vita.
– ha detto l’attrice – Perché lei è in un momento fermo della vita, è appesa, come è fermo il mondo fuori, aspetta solo un motivo per ricominciare a vivere e lo trova in quella telefonata”.
Il film di Lucibello è tratto dal romanzo “Non riattaccare” di Alessandra Montrucchio e il regista ha spiegato: “Ho pensato sin da subito che il Covid, o meglio il lock down, fosse la cornice perfetta, ideale per questo racconto, anche perché l’ho scritto durante il Covid. Per cui questa solitudine e questo vuoto erano perfetti per raccontare due anime come quella di Pietro e di Irene”.