Roma, vescovo Ricciardi: a Torpignattara atti deplorevoli – askanews.it

Roma, vescovo Ricciardi: a Torpignattara atti deplorevoli

Di cui occorre vergognarsi
Lug 3, 2024
Roma, 3 lug. (askanews) – Ciò che è accaduto domenica sera nel parco Sangalli, nel popoloso quartiere romano di Torpignattara, dove un gruppo di ragazzi romani ha insultato una comitiva di ragazzi e bambini indiani che giocava a pallone, con anche atti violenti che hanno coinvolto anche adulti, sia italiani che stranieri, “è deplorevole ed è necessario vergognarsi, perché minaccia la dignità di ogni persona. Allo stesso tempo questo episodio non può e non deve bruciare tutto un cammino di integrazione, di conoscenza, di convivenza pacifica, non privo di fatiche, ma che è segno dei tempi, di una città che preparandosi al Giubileo è invitata ad essere per tutti la città della speranza”. A condannare l’accaduto è stato il vescovo Paolo Ricciardi, ausiliare per il settore Est della diocesi di Roma.

“Sosteniamo con amicizia e rispetto le persone che hanno subito aggressioni verbali e fisiche (in particolare l’uomo di quaranta anni ferito alla gola da una scheggia di vetro di bottiglia) e ci auguriamo che questo episodio non sia occasione per cavalcare ideali e scelte di gruppi che invocano separazioni e integralismi”, è l’auspicio del vescovo.

“Torpignattara, come anche altre zone di Roma, continui ad essere segno di vita e di vitalità, dove tutto il mondo può trovare accoglienza in un’unica casa. – ha affermato il presule – È quartiere popolare e popoloso, pezzo di storia della nostra città, dove dall’inizio del ‘900 ai romani residenti si sono affiancati immigrati italiani di diverse regioni. Qui hanno abitato generazioni di famiglie, anche in mezzo alle prove della guerra, del dopoguerra e del vissuto quotidiano di ogni decennio e di ogni giorno”.

Un angolo di città, si ricorda, oggi “crocevia di mondo, nazioni, culture, religioni diverse che danno un volto particolare a queste vie, dove la convivenza è un dato di fatto”, aggiunge mons. Ricciardi.

“I palazzi, i negozi, le scuole, l’ospedale, il parco e i diversi luoghi di vita e di lavoro non hanno frontiere, non hanno dogane. – conclude il presule – Si vive insieme, crescendo nella reciproca conoscenza che, per chi ha il cuore aperto, è arricchimento, accoglienza, unità e unitarietà di intenti. I bambini che studiano insieme nelle scuole, insieme giocano, insieme vivono in amicizia”.