Pur nel rispetto dovuto alla sentenza, che peraltro ribadisce come, prima del sequestro, il controllo del centro sportivo fosse direttamente esercitato da Franco Gambacurta proprio attraverso il figlio Valerio, chiamato a svolgere le funzioni di direttore generale, l’Asilo Savoia ha già chiarito in maniera definitiva che i valori di “Talento & Tenacia” e l’intera storia di rinascita e di riscatto sociale e sportivo del Montespaccato Calcio non sono in alcun modo negoziabili rispetto ad ogni eventuale rapporto formale, anche indiretto o mediato da società, con la Famiglia Gambacurta.
“Non intendiamo però venire in alcun modo meno all’impegno assunto nel 2018 con i cittadini e le famiglie del Quartiere di Montespaccato su espressa richiesta della Regione Lazio e del Tribunale di Roma, all’indomani di ben 58 arresti, del sequestro del centro sportivo e della stessa società sportiva, oggi restituita alla legalità e divenuta un esempio positivo a livello nazionale ed europeo: per questo all’incontro di venerdì 5 luglio porteremo soluzioni e non problemi”. Così Massimiliano Monnanni, Presidente di Asilo Savoia. “Quello che chiediamo – e che, prosegue, sulla base dei risultati ottenuti e dei 6 anni vissuti in prima linea tra ostacoli di ogni sorta, riteniamo di aver pieno diritto ad esigere in nome di un intero Quartiere – è un impegno tempestivo, concreto e misurabile da parte di tutte le istituzioni nazionali e locali perché, non solo sia assicurata la continuità di quanto realizzato finora, ma anzi si raddoppino le energie e gli sforzi comuni per fare ancora di più”.
“A chi pensa di rialzare la testa per tornare a un passato che, oltre ad essere stato oggetto di sentenze penali definitive, è definitivamente superato anche per buona parte della nostra comunità, occorre opporre la bellezza di uno Stato che funziona in tutte le sue articolazioni e che dimostra, concretamente e quotidianamente, che la legalità non è un concetto astratto e lontano, ma significa servizi per i più deboli, capacità di ascolto e di inclusione, accompagnamento delle giovani generazioni nel loro percorso di acquisizione e consapevolezza dei propri diritti di cittadinanza”.
La vera posta in gioco – prosegue Monnanni – non è quindi la prosecuzione o meno di una semplice, seppur lodevole, attività sportiva, ma piuttosto la credibilità delle istituzioni di fronte a una comunità che, dopo aver smarrito financo la speranza, è tornata a credere nel bene comune”.