Roma, 2 lug. (askanews) – “L’intelligenza artificale sta diventando la tecnologia più comune, prorompente e probabilmente importante di questo secolo per la sua utilità e per la sua diffusione in tutti gli ambiti del sapere, della società e dell’industria. È però chiaramente una tecnologia complessa, che spesso non è compresa, e propro perché non compresa a volte suscita timori, incomprensioni e anche pregiudizi”. È quanto ha spiegato Rita Cucchiara, prof.ssa ordinaria di Ingegneria Informatica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, a margine della Lectio Magistralis “Discorso notturno su l’errore e l’artificio” con cui si sono chiusi i lavori di Passaggi Festival, kermesse letteraria annuale dedicata alla saggistica e svoltasi a Fano.
“È una tecnologia molto positiva e per questo noi ingegneri cerchiamo di rappresentarla in questo modo, pur essendo consapevoli dei rischi soprattutto legati alla capacità di questi sistemi di poter agire nel mondo”, ha aggiunto il Direttore del Centro Interdipartimentale AIRI (Artificial Intelligence Research and Innovation Center) di UNIMORE e Responsabile Scientifico di AImageLab, il Laboratorio di Ricerca in Computer Vision, Machine Learning e Multimedia del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.
Nell’intervento conclusivo a Passaggi Festival su questo tema, dal titolo ‘Errore e artificio’, si è discusso di quanto un artificio mirabile come l’intelligenza artificiale abbia appunto bisogno dell’errore. “L’errore – ha concluso Cucchiara – è il suo motore principale, perché permette all’intelligenza artificiale di apprendere, di essere confrontata con il resto del mondo attraverso misure di benchmark, però è anche un assieme di errori che devono essere assolutamente corretti”.