Bri, Carstens: Mbridge non compete con il dollaro o altre valute – askanews.it

Bri, Carstens: Mbridge non compete con il dollaro o altre valute

Il progetto di HK, Thailandia, Cina, EAU più Arabia Saudita
Giu 30, 2024

Roma, 27 giu. (askanews) – Il numero uno della Banca dei regolamenti internazionali, il messicano Augustin Carstens respinge l’ipotesi che la piattaforma sperimentale “Mbridge”, una iniziativa delle banche centrali di Hong Kong, Thailandia, Cina, Emirati Arabi Uniti, a cui più di recente si è aggiunta l’Arabia Saudita, e che stanno operando sotto l’egida del centro per l’innovazione della stessa Bri, sia un sistema che mira ad aggirare o entrare in competizione con il dollaro o con le altre maggiori valute utilizzate negli scambi internazionali.

“Mbridge non è in competizione con alcuna valuta particolare. Alla fine quello di cui parliamo è di infrastrutture finanziarie. Si può utilizzare in qualunque paese, serve a fare pagamenti trans frontalieri più efficienti, non per influire su una valuta piuttosto che su un’altra. La questione è totalmente scollegata”, ha affermato rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto economico annuale della reazione annuale dell’istituzione di Basilea..

“La Bri lavora per rendere i sistemi di pagamenti più efficienti e integrati e questo richiede infrastrutture”, ha spiegato.

E a chi gli chiedeva se fossero state espresse preoccupazioni da parte di banchieri centrali sul possibile utilizzo di questi sistemi anche con effetti destabilizzanti per il sistema monetario: “al contrario – ha replicato – non vogliamo destabilizzare nulla. Riteniamo che queste iniziative non sono per questo ma all’opposto usiamo le tecnologie per rendere il sistema più efficiente e resiliente, avvalendoci delle migliori tecnologie e delle migliori pratiche”.

Mbridge è stata lanciata nel 2022 (l’anno in cui è iniziata la guerra in Ucraina e in cui i paesi del G7 dell’Ue hanno adottato pesanti sanzioni contro la Russia). Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato dalla Bri, il progetto vede anche 26 paesi “osservatori” tramite le rispettive banche centrali. Tra queste compaiono anche la Bce, la Banca d’Italia, la Banca di Francia, la Federal Reserve di New York, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e una molteplicità di banche di Paesi emergenti o in via di sviluppo, come l’Indonesia, il Bahrein, il Cile, l’Egitto, la Malesia e altri. (fonte immagine: BIS).