Milano, 28 giu. (askanews) – “Il comparto del vino italiano si trova davanti ad una sfida epocale, tra cambiamento climatico, patologie vecchie e nuove e gusti del consumatore in continua evoluzione. In questo quadro, la ricerca del Crea è pronta a dare il suo contributo in termini di innovazione e sostenibilità, lungo tutta la filiera, dalla vigna al consumatore, come l’appuntamento di oggi dimostra”. Così Andrea Rocchi, presidente del Crea, al taglio del nastro di “Tutti giù in Cantina”, il Festival della cultura del vino di Velletri (Roma), organizzato dal Crea Viticoltura ed Enologia, insieme all’associazione Idee in Fermento, con il patrocino del Masaf e il contributo della Regione Lazio e di Arsial, che si svolge da venerdì 28 a domenica 30 giugno nella storica sede del centro di ricerca in via Cantina Sperimentale 1.
La tre giorni del festival, giunto ormai alla IX edizione, si presenta con un palinsesto molto fitto: tavole rotonde, performance e, soprattutto, degustazioni di altissimo livello a disposizione del pubblico con oltre 200 etichette delle migliori produzioni enologiche del Lazio ma anche nazionali e internazionali. Come ogni anno, sono previsti anche gli approfondimenti scientifici: la consueta passeggiata in vigneto con esperti e ricercatori del Crea Viticoltura ed Enologia di Velletri e dell’Arsial, e le “Piante raccontano”, curiosità e aneddoti dalla Cantina sperimentale del centro Crea.
Paese ospite d’onore di quest’anno, gli Stati Uniti, a cui alle 18 del 28 giugno viene dedicata l’apertura con “Italia – Usa: un sorso tra due mondi”, degustazione guidata dei grandi vini americani ed italiani introdotta da Anthony Tamburri, docente della City University of New York e preside del John Calandra Institute. Sabato 29 è invece atteso il ritorno dell’attore Gianmarco Tognazzi con i suoi racconti e pensieri etilici.
“‘Tutti giù in Cantina’ anche quest’anno fa toccare con mano la ricerca e le soluzioni innovative messe in campo dal Crea, a Velletri come nelle altre sue sedi, per far fronte alle criticità del settore: dalla peronospora, alla siccità sino ai nubifragi continui di questo 2024” afferma Riccardo Velasco, parlando di “un giro tra le varietà resistenti e tra le uve da tavola, preziosa risorsa nel Lazio, e nei vigneti sperimentali a basso impatto grazie a sensori e digitale e, infine, nella cantina storica a supporto dei vini dei castelli e delle piane circostanti. Il connubio Castelli Romani e vino, che perdura da oltre 2000 anni, ha contribuito – ha concluso – a portare l’Italia sulle vette d’Europa e del Mondo per quantità e qualità della produzione”.