Roma, 27 giu. (askanews) – Un ampio spazio abbandonato da privati per vent’anni, e che dal 2008 gli abitanti chiedono che il Comune riacquisisca per trasformarlo in verde e servizi. Poi, nel 2018, un efferato omicidio e la promessa, fatta dalla Giunta Raggi, di restituzione dello spazio alla città con verde e servizi pubblici, dopo un progetto di partecipazione molto sentito dal quartiere. Siamo a Roma, nel quartiere di San Lorenzo dove, nel triangolo delimitato dall’ex scalo ferroviario, le antiche mura labicane e via dei Lucani, nel 2018 viene violentata e trovata morta una sedicenne, Desirée Mariottini. Poi il lockdown, e una prima palazzina residenziale che spunta dal nulla, seguita, in breve sequenza e con in mezzo il cambio di amministrazione capitolina, da altre cinque palazzine.
Dopo la denuncia di una consigliera municipale di maggioranza sul moltiplicarsi delle nuove costruzioni, Askanews ha provato a ricostruire la vicenda, e a raccontare il tentativo di recupero, da parte dell’assessorato all’Urbanistica del Campidoglio, di accessibilità, servizi e verde per gli abitanti del quartiere. Nel 2023 la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, mini-sindaca anche al momento dell’uccisione di Desirée, annunciava che i proprietari dell’area si erano consorziati, “una condizione che 5 anni fa non esisteva”, e stavano predisponendo “un progetto di riqualificazione complessiva dell’area, con un utilizzo dello strumento urbanistico del permesso a costruire convenzionato con Roma capitale”.
“Presenteranno al dipartimento Urbanistica questo intervento – annunciava Del Bello – che prevede all’interno dell’area una serie di servizi pubblici che raccolgono le richieste della cittadinanza”, aggiungeva. Quanto ai servizi, Del Bello elencava “un’area sportiva, una piscina inserita all’interno di un contesto verde, un parco, e delle aree destinate alle attività artigiane del quartiere che cinque anni fa lanciarono l’allarme rispetto a quello che stava accadendo all’interno dell’area di via dei Lucani”.
Tra fine 2022 e il 2024, però, cominciano a crescere nell’area cinque nuove palazzine, alcune addossate alle abitazioni già esistenti, e la consigliera municipale di Sinistra Italiana Barbara Auleta, dai suoi social, chiede chiarezza all’amministrazione municipale e centrale, “visto che restituire quell’area al quartiere è stato un nostro specifico impegno elettorale a sostegno del sindaco Gualtieri”. Dopo il video, spiega Auleta all’Askanews “ho avuto un incontro in dipartimento e informazioni più chiare. Per il Municipio, nonostante le assicurazioni diverse ricevute nel tempo, sono passate le richieste dei vecchi proprietari delle aree e sulle palazzine che stanno venendo su non si può fare più niente”. E questo, nonostante l’abbandono cui i loro proprietari hanno sottoposto l’area per molti anni, “e l’impegno di una memoria della precedente Giunta ad assicurarsi, fin con l’esproprio – ricorda Auleta – la destinazione pubblica dell’area. In quell’area c’è anche lo spazio sociale studentesco Communia, anch’esso destinato allo sgombero”.
Il progetto di consorzio, stando alla consigliera e a fonti dell’assessorato, riguarda l’area rimanente, sul lato opposto all’ex Dogana, nella quale potrebbero sorgere almeno altre 3 palazzine. L’assessorato sta ponendo, a quanto si apprende, il massimo impegno con il consorzio perché il muro che ad oggi cinge l’area in costruzione sia demolito per liberare visuale, e le palazzine sorgano assicurando verde e libero passaggio tra i diversi lati dell’area. A uso pubblico rimarrebbe una piccola area verde, un ufficio con un paio di stanze e un parcheggio interrato. “Su quell’area, però – rivela ancora Auleta – pende una richiesta di usucapione da parte di un privato che pretenderebbe l’assegnazione di un immobile. Una ulteriore stortura che il quartiere non merita”.