PAC, le luci del Teatro Olympia nella partitura di Alice Guareschi – askanews.it

PAC, le luci del Teatro Olympia nella partitura di Alice Guareschi

A Milano la mostra site-specific dell’azione per luci
Giu 27, 2024
Milano, 27 giu. (askanews) – La Project Room del PAC di Milano presenta la serie fotografica Je m’appelle Olympia di Alice Guareschi, in una installazione site-specific visitabile dal 26 giugno al 15 settembre 2024. Con inquadratura fissa, simile ma non identica, le 16 immagini restituiscono una sequenza di diversi movimenti di luce all’interno della sala vuota del Teatro Olympia seguendo la precisa partitura originale composta dall’artista. Accompagnano l’esposizione delle fotografie l’invito all’azione dal vivo e la partitura originale, punteggiata sui righi dai tempi e dai movimenti delle luci, che si sostituiscono alle note musicali in una complessa polifonia.

Alice Guareschi ha presentato ad Askanews la mostra e l’azione per luci all’origine delle immagini.

“Je m’appelle Olympia è una serie fotografica composta da 16 elementi dietro alla quale sta un’unica immagine, quella del Teatro Olympia di Parigi, uno storico Music Hall, un posto dal fascino straordinario e con una storia eccezionale perché ha ospitato i più grandi musicisti del secolo scorso ed è tutt’ora attivo.

All’origine c’è l’idea di attivare questo teatro quasi paradossalmente in assenza di spettacolo e anche ancora più paradossalmente in assenza di spettatori, e in un certo senso far sì che potesse raccontare la propria storia, senza suono, senza parole, senza corpi, ma attraverso una coreografia luminosa.

Questo è stato possibile perché architettonicamente questo teatro ha 13 piste luminose che sono tra l’altro articolate nello spazio in modo molto bello, nel senso che si va dalla ghirlanda luminosa ai quarzi rossi, dai neon bianchi al soffitto blu elettrico, fino ai neon bianchi sul soffitto. Questo chiaramente mi ha permesso proprio a livello geometrico di volumi una modulazione delle luci, una vera e propria composizione che poi infatti è presente in mostra in quella che a tutti gli effetti è una partitura. Attivandola dal vivo è stato come suonare il teatro. La partitura di Je m’appelle Olympia presenta dei volumi luminosi, chiaramente non delle tonalità e quindi c’è uno slittamento di campo che fa eco alla memoria musicale ma ci trasporta in un’altra dimensione.

Proprio perché sapevo che non avrei ripetuto quest’azione, perché volevo che in certo senso fosse un pezzo unico, il giorno stesso ho chiamato un fotografo e gli ho chiesto di scattare una sequenza di quadri luminosi. Se l’azione per luci gioca con il tempo, questa serie che vedete in mostra invece si relaziona con uno spazio fisico e col corpo fisico di chi guarda le immagini e in un certo senso è portato, camminando nello spazio, a ricomporre questa durata quindi si tratta assolutamente non di una documentazione dell’azione per luci, ma di una differente traduzione, complementare: due forme della stessa intenzione della stessa immagine”.

In occasione della mostra, in collaborazione con il Cinema Beltrade di Milano, il 10 settembre 2024 l’artista realizzera extra-muros un’azione performativa inedita, Live a l’Olympia, nuova pie ce unique questa volta sonora, ulteriore passaggio nella sua ricerca della sottrazione e del fuoricampo.