Milano, 27 giu. (askanews) – Un momento di confronto tra esponenti del mondo istituzionale, imprenditoriale e accademico per discutere le sfide e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, in particolare in relazione alla sfida rappresentata dall’intelligenza artificiale e dal modo in cui governarla. Negli IBM Studios di Milano Fondazione Nova, punto di riferimento per la crescita di giovani talenti italiani, e United Ventures, fondo di venture capital specializzato in tecnologie digitali, hanno affrontano queste tematiche durante la Reunion 2024, dedicata all’Artificial Humanism.
“Siamo in un momento in cui le tecnologie cambiano molto rapidamente – ha detto ad askanews Tommaso Stefani, presidente di Fondazione Nova e CEO di Nimai – e quindi hanno un effetto disruptive, se vogliamo, anche a livello di economia e di società e a livello globale. Dobbiamo quindi interrogarci su come governare questo impatto e assicurarci che ci siano le risorse adeguate per poter guidare questa trasformazione”.
Le soluzioni proposte da Fondazione Nova si articolano su quattro punti: formare talenti flessibili e multidisciplinari; favorire il merito; incoraggiare percorsi non convenzionali e promuovere la mentorship e le relazione tra le generazioni. “È sempre più rilevante – ha aggiunto Stefani – fare sì che invece che un conflitto ci sia uno scambio intergenerazionale, di esperienza anche per governare i cambiamenti che le nuove tecnologie impongono”.
La Reunion 2024 si propone come un’occasione per creare una piattaforma di dialogo tra i diversi attori dell’ecosistema dell’innovazione, che comprende anche gli investitori. “Ovviamente essendo italiani – ci ha spiegato Massimiliano Magrini, co-fondatore di United Ventures – non possiamo non porci il tema di includere l’elemento umano nello sviluppo tecnologico, ma questo in realtà è un tratto comune di tutti gli investitori di venture capital che in qualche maniera si pongono sempre il tema di quale sia l’impatto che la tecnologia che contribuiamo a finanziare possa avere sulla società. Il nostro obiettivo è quello di cercare di far sì che le tecnologie possano avere sempre questo impatto positivo sulla società in quanto tale”.
Ma come si può concretamente parlare di umanesimo artificiale nel contesto economico e tecnologico? “Per me – ha detto Pietro Sella, CEO del Gruppo Sella – è molto chiaro che far bene nell’intelligenza artificiale richiede occuparsi della persona, dell’educazione, del lato umano. Del resto poi se il cervello viene in parte sostituito, le funzioni cerebrali vengono in parte sostituite da qualcosa talvolta più brava di noi l’area di sfida nuova è quella del governo delle emozioni. Se di pari passo investi sul lato umano, sulla persona, sulla sua capacità di seguire, avrai dei risultati positivi. Altrimenti credo che i side effects possano essere molto negativi”.
L’obiettivo dell’evento milanese, insomma è quello di confrontarsi su temi cruciali e contribuire a plasmare un futuro in cui tecnologia e umanità, guidate da una nuova generazione di talenti, possano coesistere in modo armonico e sostenibile.